A Torino “Billy Budd” di Britten
1 Nov 2004 - News classica
Billy Budd
Opera in un prologo, due atti e un epilogo
Libretto di Edward Morgan Forster ed Eric Crozier,
dal racconto Billy Budd, sailor di Herman Melville
Musica di Benjamin Britten
Versione in lingua inglese
Venerdì 12 Novembre
Domenica 14 Novembre
Martedì 16 Novembre
Giovedì 18 Novembre
Domenica 21 Novembre
Personaggi e Interpreti:
Billy Budd, Christopher Maltman
Edward Fairfax Vere, Keith Lewis
John Claggart, Stephen West
Mr Redburn, Randal Turner
Mr Flint, Dale Travis
Mr Ratcliffe, Daniel Lewis Williams
Direttore d'orchestra, Christopher Franklin
Regia e costumi, Davide Livermore
Scene, Tiziano Santi
Assistente alla regia, Valentina Arnello
Maestro del coro, Claudio Marino Moretti
Orchestra e Coro del Teatro Regio
Nuovo allestimento Teatro Regio
Teatro Carignano – Ore 17.30
Ingresso gratuito con invito *
Reading del racconto di Herman Melville
Con Mauro Avogadro e Antonio Zanoletti
Domenica 7
Billy Budd (prima parte)
Lunedì 8 Novembre alle ore 17.30
Billy Budd (seconda parte)
Organizzazione Teatro Regio Torino in collaborazione con il Teatro Stabile di Torino. Con la partecipazione de La Stampa
* inviti in distribuzione da Giovedì 4 Novembre presso Salone La Stampa (via Roma 80, ore 9/12.30 e 14/18), Biglietteria del Teatro Stabile (via Roma 49, ore 10.30/19) e Biglietteria del Teatro Regio (piazza Castello 215, ore 10.30/18; sabato 10.30/16)
Introduzione critica
Il grande successo che, nel 1945, aveva arriso a Peter Grimes sembrava avere esaurito in Benjamin Britten il desiderio di cimentarsi ancora con opere di vaste proporzioni per grande orchestra. Ma verso il 1951, su richiesta del Covent Garden, il compositore ritentò l'impresa con un altro dramma marinaresco incentrato sulle vicende del marinaio Billy Budd, protagonista dell'omonimo romanzo scritto nel 1891 da Herman Melville. Romanzo postumo, pubblicato dopo la morte dell'autore di Moby Dick , Billy Budd trovò la via del palcoscenico attraverso la versione librettistica che ne diedero Forster (l'autore di Maurice e di Passaggio in India) e Crozier.
à probabile che Britten, accingendosi a comporre la musica per quest'opera, prima ancora che dalla drammaticità della vicenda fosse affascinato proprio dal personaggio di Billy, manifestazione di quell'innocenza fatalmente destinata a soccombere sotto gli assalti del Male. Fin dalle battute iniziali dell'opera, Britten traduce musicalmente questa lotta attraverso l'opposizione di due accordi (si bemolle maggiore e si minore) fisicamente vicini ma armonicamente inconciliabili. Le implicazioni omosessuali, seppur dissimulate, sono chiaramente percepibili negli oscuri meccanismi che spingono Claggart a distruggere Billy Budd. Ma chi credesse di scorgere nella partitura di Britten torbide atmosfere alla Jean Genet si ingannerebbe. L'uso sottolineato degli strumenti a fiato anzi, soprattutto trombe e tromboni, se aiuta a definire la tinta maschile' del soggetto (è questo uno dei rarissimi esempi di opera creata per un cast di soli uomini) getta anche una luce eroica, addirittura epica, sulla tormentata vicenda. Come un'onda che cresce (così Melville nel romanzo) il susseguirsi degli avvenimenti precipita di scena in scena verso il catartico finale ove il grido rauco e inarticolato degli astanti, che assistono all'impiccagione di Billy, è un corrispettivo musicale di fulminante pregnanza della medesima situazione descritta nel romanzo. Veramente prodigiosa è la capacità di Britten di trascolorare da una scena all'altra senza soluzione di continuità con una tecnica che, cinematograficamente, definiremmo di dissolvenza incrociata'. Billy è l'eroe integro e buono, persino naà f nelle sue manifestazioni emotive, su cui il destino ha imposto una macchia' (la balbuzie) che non gli permetterà di difendersi dalle accuse di Claggart e che sarà la sua rovina. Non un uomo-bambino angelicato, come hanno voluto vederlo alcuni (peraltro smentiti dalla scelta del timbro baritonale, il più prosaico e il meno stilizzato che esista), ma piuttosto una vittima sacrificale di un rito che non gli appartiene. E davvero qualcosa di mistico ha la partitura quando Britten, per descrivere il momento in cui, fuori scena, il capitano Vere informa Billy del suo destino e questi lo accetta con rassegnazione, sceglie di affidarsi al concatenarsi di 34 lenti e misteriosi accordi orchestrali, vero arcobaleno sonoro gettato fra due momenti musicali di grande impatto emotivo: l'aria di Vere I accept their verdict e quella di Billy incatenato. Nella versione originale del 1951, l'opera comportava una suddivisione in quattro atti. Nel 1960 però Britten revisionò la partitura e, accettando una prassi che si era andata diffondendo nel frattempo, la unificò in due sole parti accentuandone così la continuità drammatica. Quest'ultima versione è quella scelta dal compositore per la sua storica incisione dell'opera effettuata nel 1967.
Argomento
La vicenda, ambientata nel 1797 e ispirata a fatti storici realmente accaduti (i continui casi di ammutinamento che allora si verificavano nella marina militare inglese a causa delle terribili condizioni di vita) è inquadrata da un prologo e da un epilogo (una delle poche infedeltà dei librettisti al romanzo di Melville) e affidata alle memorie del capitano Vere, imbarcato in quegli anni sul vascello da guerra Indomitable'. Nel prologo il capitano, assalito dai dubbi, medita sul suo passato. Ricorda quell'estate del 1797 quando, durante la guerra con la Francia, a bordo dell' Indomitable' un vento di idee rivoluzionarie turbava l'equipaggio. Con i primi due atti la vicenda ritorna agli avvenimenti accaduti a bordo del vascello durante quegli anni. I marinai sono scontenti per la durezza del regime di bordo. Un giovane novizio viene condannato, per futili motivi, a essere frustato. Una barca ritorna da una spedizione di arruolamento forzato: tre nuove reclute salgono a bordo. Claggart, il maestro d'armi, procede all'interrogatorio. Fra i tre il solo Billy Budd si dichiara contento di essere arruolato. Preso dall'entusiasmo lancia il suo addio alla vecchia nave mercantile sulla quale lavorava: Rights o' Man' (I diritti dell'uomo). L'esclamazione viene fraintesa dall'ufficiale, il quale inizia a sospettare che sotto l'aspetto del bel marinaio si celi un agitatore politico. Il sospetto cresce. Claggart, deciso a tutto pur di distruggere Billy, che odia in modo irrazionale e parossistico, corrompe il novizio e lo incarica di coinvolgere Budd in un tentativo di ammutinamento. Billy lo scaccia sdegnato. L'azione distruttiva di Claggart prosegue: durante l'inseguimento di una nave nemica denuncia per ammutinamento Billy al capitano Vere. Questi chiede un confronto tra i due e Billy Budd, incapace di parlare perchè assalito da improvvisa balbuzie, colpisce con un pugno Claggart uccidendolo. Vere è costretto a portare Billy di fronte a una corte marziale straordinaria, che lo condanna all'impiccagione. Nell'epilogo Vere è torturato dai rimorsi per non aver salvato il giovane marinaio, che in cuor suo sapeva innocente. Tuttavia, quale atto di estrema fedeltà , Billy morendo lo ha benedetto e Vere in tal modo sente di essere stato redento'.
(tratto da http://www.delteatro.it/hdoc/result_opera.asp?idopera=2121)
http://www.teatroregio.torino.it/attivi0405/opera/02_billy.htm#