“Iliade” di e con Corrado D’Elia a Corinaldo
di Roberta Rocchetti
1 Ago 2022 - Commenti teatro
Per TAU (Teatri Antichi Uniti) 2022, a Corinaldo (AN), nella chiesa di S. Maria in Portuno e l’area archeologica adiacente, Corrado D’Elia ha portato in scena la sua riscrittura dell’Iliade.
Il cammino della rassegna TAU 2022 è giunto a toccare venerdì 29 luglio la chiesa di S. Maria in Portuno di Corinaldo e la relativa area archeologica che lambisce il territorio della città romana di Suasa, il quale da anni ormai sta tornando alla luce con sempre nuove soprese.
Una teoria ipotizza che la chiesa ricordi nel nome il dio Portunus, che per i romani era il dio dei porti e dei confini, nome evocatore di un culto ormai eroso dal tempo e di cui rimane solo un toponimo isolato, forse sul posto sorgeva un piccolo tempio a proteggere il guado del fiume Cesano su cui poi è stata eretta la chiesa paleocristiana di cui sono ancora visibili alcuni elementi alla base dell’edificio attuale rimaneggiato più volte.
La religione nuova quando soppresse la vecchia si portò via anche il mistero di questo nome.
In questo luogo ancora carico di forti suggestioni ed energie ataviche è andato in scena lo spettacolo Iliade di e con Corrado D’Elia.
L’attore e drammaturgo ha presentato al pubblico una riscrittura della vicenda omerica inerente la guerra di Troia interpretando i vari personaggi che ne compongono l’epica, delineando le forze ora eroiche di Agamennone, ora passionali di Elena, ora dolenti di Priamo, soggetti i cui nomi e vicende attraversano i secoli senza mai pervenire ad un anacronismo, tanto sono assurti ad archetipi di forze generatrici delle emozioni, delle bassezze, degli eroismi e delle passioni umane, tutto questo accompagnato solo da suggestioni sonore e senza altri ausili che la propria interpretazione.
In un’ora di narrazione D’Elia espone il susseguirsi della tragedia che si conclude con la morte di Ettore e l’invito nel momento in cui lascia la mano dello spettatore è di addentrarsi da solo nel proseguo della vicenda, attraverso l’Odissea e l’Eneide per riportare ancora una volta in vita quelle forze primordiali e assolute a cui possiamo dare corpo attraverso la lettura, la narrazione e l’ascolto.
Il pubblico ha salutato l’artista con un lungo applauso alla fine della performance e a noi ha fatto piacere veder tornare quegli dèi pieni di passioni, di vendette e di errori fin troppo umani nel luogo che per tanto tempo fu loro prima di essere considerati ormai superati da nuove convinzioni e nuovi dogmi. Ma D’Elia insieme a tutto il resto degli spettacoli della rassegna TAU e insieme a tutti quelli che hanno donato una parte del loro talento, del loro tempo, della loro energia vitale e della loro dionisiaca possessione per riportare in scena le vicissitudini di Zeus, di Era, di Patroclo e di Ulisse, di Elena e Paride, di Minosse, delle baccanti e di Circe, di Giasone e Medea, ha dimostrato che certi dèi, fingono di addormentarsi, magari per un po’, magari per qualche secolo, ma non muoiono mai.