“Se Giasone fosse rimasto single” con Cesare Catà per TAU
di Roberta Rocchetti
5 Lug 2022 - Commenti teatro
Abbiamo assistito ad uno scoppiettante spettacolo pirotecnico con lo studioso, filosofo e performer Cesare Catà, a Senigallia, nell’Area Archeologica del Teatro La Fenice. Lo spettacolo era nell’ambito delle Rassegne Collegamenti Festival e TAU (Teatri Antichi Uniti).
Una vecchia storia ormai dimenticata dice che si aggiri un fantasma dentro il teatro La Fenice di Senigallia, un giovane che perse la vita in un incendio che distrusse il teatro molti anni fa, di certo c’è il fantasma architettonico del meraviglioso teatro che venne ricostruito dopo quell’incendio e di cui non rimane praticamente nulla dopo l’ennesima ricostruzione avvenuta alla fine del secolo scorso, e di certo gli echi di vite passate si percepiscono nell’area archeologica sottostante il teatro stesso, tracce di strada romana, reperti, vasellame, resti di corpi che hanno ospitato la vita molti secoli fa. Ed è proprio quest’area che ha ospitato lunedì 4 luglio la lezione – spettacolo Se Giasone fosse rimasto single all’interno delle rassegne Collegamenti Festivale TAU, sul palco Cesare Catà, studioso, filosofo e performer.
In un’ora e mezzo abbiamo assistito ad uno scoppiettante spettacolo pirotecnico le cui luci si sono colorate di cultura, ironia, eloquenza, funambolismo verbale, racconto, interpretazione.
Partendo dalla narrazione epica della spedizione degli argonauti alla ricerca del vello d’oro e del rapporto tra Giasone e Medea, Catà compie un viaggio nel viaggio, illuminando le dinamiche di coppia attuali, ponendo l’accento ora sugli aspetti comici della vicenda in parallelo a quelle di ognuno di noi e che immediatamente prendono il cromatismo idiomatico delle proprie radici marchigiane, a quelli più tragici, intersecando nell’esposizione altri capolavori letterari come a creare una ricercata tarsia destinata a mostrare gli archetipi che dagli albori dell’umanità governano il destino dell’uomo e che a quanto pare neanche la più evoluta tecnologia riesce ad assopire dal momento che ce li ritroviamo qui, più vivi che mai, nel bene e nel male a determinare le nostre giornate e le nostre interazioni, permeano la cronaca, i pensieri, i sentimenti, le paure, le speranze, quella Elpis di cui il narratore ha messo in evidenza luci consolatorie e tenebre insidiose, il bene e il male indistinguibili, l’uno all’origine dell’altro.
Catà ci ricorda quanto la nostra esistenza sia ancora un capriccio degli dèi come millenni fa, ma lo fa senza l’ombra di una volontà di giudizio o direttiva morale, da vero filosofo, leggero e profondo, incisivo e scorrevole, elegante, mai volgare, mai autoreferenziale, un divulgatore vero, un uomo di spettacolo, un soggetto di cui c’è un gran bisogno al momento.
Ci chiediamo infatti come un talento di questo tipo non sia già in prima serata sulle reti Rai a sostituire spettacoli di “cultura” e “comicità” spesso davvero imbarazzanti.
Per noi marchigiani poco male, avremo comunque modo di assistere alle sue performance impostate su argomenti e temi letterari di diversa natura per tutta l’estate, sia nelle piazze, che nelle spiagge che in altri siti archeologici all’aperto.
Da parte nostra va a Cesare Catà, oltre al lungo applauso tributato dal pubblico nella serata in questione, il ringraziamento per tenere in vita con maestria e profonda levità i fantasmi del mito che ogni giorno si incarnano in noi, e che ieri abbiamo visto sgattaiolare insieme agli altri tra le strutture antiche e nuovissime dei sotterranei del teatro.
Il CollegamentiFestival prosegue a Senigallia fino a mercoledì 6 luglio, mentre la rassegna TAU (Teatri antichi uniti) proseguirà fino all’8 agosto dislocata tra i vari siti archeologici regionali, sul sito dell’AMAT o su Musiculturaonline potete trovare il programma completo.