Einstürzende Neubauten a Bologna: sold out per una performance strepitosa
di Chiara Tossici
29 Mag 2022 - Commenti live!
Einstürzende Neubauten: melodia di percussioni e ferro. Una sinfonia di noise e musica il 27 maggio al Teatro Manzoni di Bologna, dopo le date di Torino e Milano. Il 29 maggio la storica band berlinese si esibirà presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma.
Sold out da tempo la data bolognese del tour degli Einstürzende Neubauten, storica band berlinese, nata dal ferro e dal fuoco della Berlino anni Ottanta del muro e del punk, ma la sera di venerdì 27 maggio scorso perfettamente modellatasi a quello che un teatro richiede.
L’Auditorium Teatro Manzoni di Bologna ha risuonato delle percussioni, delle corde elettriche, delle urla taglienti e del timbro cupo e profondo di Blixa Bargerld, cantante, chitarrista e fondatore della band, insieme ai percussionisti Mufti F.M.Einheit (Frank Strauss) e N.U.Unruh (Andrew Chudy). Il tour presenta “Alles in Allem”, ultimo album della band, uscito il 15 maggio 2020, nato negli anni del virus, caratterizzato sia da atmosfere da musica classica, create su melodie di tastiera, che da passaggi tribali danzanti, sul marchio di fabbrica punk e noise della band; un mix che non dissona, ma suona di classico ed è stato travolgente al tempo stesso.
La band ha proposto i dieci pezzi del disco, le cui melodie si sono perfettamente adattate alle poltrone rosse del Manzoni. Oltre all’ultima uscita discografica, anche brani come Nagorky Karabach e Susej dall’album “Alles Wieder Offen” del 2007 e Sabrina da “Silence is Sexy” del 2000, tutti sull’onda di un’attitudine assolutamente in linea con l’atmosfera che può contribuire a creare un teatro. La matrice punk e noise rimane comunque il sigillo di una band che ha sempre osato sperimentare, ma che ha scelto di addolcirsi in melodie più orchestrate, classiche e sinfoniche. Del resto ricordo un giovane Blixa, in un’intervista ad un vecchio canale tedesco, citare Béla Bartók fra i suoi ascolti…
Il palco del Manzoni di Bologna gli Einstürzende l’avevano già calcato il 28 novembre 2014 con Lament, un’opera rock, con tanto di libretto, caratterizzata da stridori e trasmissioni radio, consacrata alla Grande Guerra, di cui ricorreva il centenario. L’evoluzione stilistica è sempre stata una qualità della band: il dovere di cambiare per restare se stessi, senza perdere il nerbo che fa annoverare gli Einstürzende Neubauten fra i gruppi seminali di un genere musicale difficile da definire, perché quando c’è dietro una distinta e chiara personalità artistica, la definizione rientra nella sua etimologia che la avvicina al confine, al limite.
Gli Einstürzende hanno inventato l’industrial, hanno suonato e risuonato nella Berlin e nell’Europa degli anni Ottanta, che iniziava a sentire i rumori, poi diventati fragori, delle crepe del muro che smezzava la città. I loro concerti sono sempre stati e continuano ad essere ciò che il mondo dell’arte chiama performance, in cui si fondono acuti di metallo e lamiere, bassi di timpani cupi e roboanti, amplificazioni fatte a puntino, sacchi riempiti e percossi con un legno, molle e xilofoni, grancassa e barili, elettricità e magneti, via Panisperna e il post nucleare. Il suono del rumore, a creare melodie e armonie che diventano classiche quando prendono il senso e l’eleganza che solo una grande band riesce a dare.