Ricordo di Paolo Pietrangeli ironico cantore della politica


di Alberto Pellegrino

27 Nov 2021 - Approfondimenti live, Commenti live!

Pubblichiamo l’intervento di Pellegrino in ricordo del cantautore recentemente scomparso Paolo Pietrangeli, voce storica della canzone politica e di protesta.

Dopo una lunga malattia, il 22 novembre 2021 è morto Paolo Pietrangeli, sceneggiatore, registra, scrittore e soprattutto un cantautore che ha rappresentato per anni la voce della canzone politica e di protesta. Nato a Roma nel 1945, aveva intrapreso la strada del cinema sullo orme del padre, il noto registra Antonio Pietrangeli, e aveva esordito come aiuto regista nei film La bambolona di Franco Giraldi (1968), L’assoluto naturale di Mauro Bolognini(1969), Morte a Venezia di Luchino Visconti (1971), Roma di Federico Fellini (1972), La prima notte di quiete  di Valerio Zurlini (1972), Il generale dorme in piedi di Francesco Massaro (1972); i due film di Paul Morrissey ispirati da Andy Warhol: Il mostro è in tavola… barone (1973) e Dracula cerca sangue di vergine… e morì di sete!!! (1974).

Aveva poi debuttato come regista e sceneggiatore con il film Porci con le ali (1977) tratto dall’omonimo romanzo di Marco Lombardo Radice e Lidia Ravera, seguito dal film I giorni cantati (1979), al quale aveva partecipato come interprete anche Francesco Guccini. Per la televisione ha diretto le serie Orazio (1985-1987) e Ovidio (1989), i film TV Preferisco vivere (1989) e Ignazio (2006). Come documentarista ha diretto Bianco e nero (1975), un viaggio nel mondo del neofascismo che è una denuncia delle collusioni tra una parte dello Stato e settori eversivi dell’estrema destra; erano seguiti gli altri documentari L’addio a Enrico Berlinguer (1984), Roma dodici Novembre 1994 (1995), Un altro mondo è possibile (2001), La primavera del 2002-L’Italia protesta, l’Italia si ferma(2002); nel 2001 è stato uno dei registi del documentario Genova. Per noi, dedicato alle giornate del G8 di Genova segnate dagli scontri tra forze di polizia e manifestanti e dalla morte di Carlo Giuliani ucciso da un colpo di pistola sparato da un carabiniere in Piazza Alimonda.

Per molti anni Pietrangeli si è dedicato alla regia televisiva su “Canale 5” per il Costanzo Shaw di Maurizio Costanzo trasmesso dal Teatro Parioli (1982-2001), C’è posta per te (2000) e Amici (2001), due trasmissioni condotte da Maria De Filippi. È stato anche autore dei due romanzi Una spremuta di vite (2015) e La pistola di Garibaldi (2019).

Pietrangeli non ha mai rinunciato all’impegno politico presentandosi come candidato in diverse tornate elettorali senza mai essere stato eletto, ma ugualmente contento di dare la propria testimonianza di intellettuale impegnato sul fronte politico: nel 1996 è stato candidato alla Camera dei deputati con Rifondazione comunista; nel 2001 si è presentato alle elezioni per un seggio in Senato nel collegio Roma-Tuscolano; nel 2009 ha aderito al partito Sinistra Ecologia Libertà di Nichi Vendola e nel 2018 si è ricandidato alla Camera dei deputati con Potere al Popolo.

Mario Acerbo, segretario nazionale del Partito delle Rifondazione Comunista-Sinistra Europa, ha così commentato la sua scomparsa: “Paolo Pietrangeli è un compagno a cui non smetteremo mai di dire grazie per quello che ha rappresentato per la storia della cultura, dei movimenti, della sinistra e anche del nostro partito. Con le sue canzoni Paolo ha dato voce al lungo sessantotto italiano e anche alla riflessione sulla sconfitta…La sua Contessa è diventata un inno cantato da milioni di studenti e operai…Ogni volta che gli abbiamo chiesto di darci una mano con umiltà si metteva a disposizione: sentiva il dovere di dare una mano a ricostruire una sinistra nuova per il nostro paese. Nel 1999 scrisse un bellissimo Il canto per Rifondazione”.

In questa canzone Pietrangeli ricordava che “L’uomo si liberi/è il primo bisogno/ci sveglia la vita/ci strappa dal sogno/e il profitto si inventa/lo schiavo globale/perciò è comunista/l’impegno reale…/ Se l’uomo combatte/se vince o soccombe/ciò che gli fu tolto/in pugno riprende/col vanto di chi/più diverso e più è uguale/perciò è comunista l’impegno ideale/Nessuno è straniero/mai più un immigrato/ma nuovi cittadini/di un mondo tornato/in mano dell’uomo/non del capitale/perciò è comunista l’impegno morale”.

Paolo Pietrangeli si è soprattutto conquistato un posto nella storia della canzone italiana come cantautore impegnato nella politica, svolgendo una intensa attività musicale che lo hanno portato a incidere 16 dischi, a tenere numerosi concerti, a partecipare a manifestazioni politiche e iniziative popolari di piazza.

Ha iniziato a comporre canzoni a carattere socio-politico nel 1966, entrando a far parte del gruppo del Nuovo Canzoniere Italiano. Alcune delle sue composizioni divengono popolari all’interno dei movimenti giovanili di sinistra durante le agitazioni del 1968. In particolare due canzoni di protesta diventano dei veri e propri inni popolari, conquistando un successo che durerà per anni.

Per prima si afferma la canzone Valle Giulia, ispirata dagli avvenimenti del 1º marzo 1968, quando presso la Facoltà di architettura dell’Università di Roma, situata in via di Valle Giulia, era avvenuto il primo grave scontro tra gli studenti che occupavano la Facoltà e le forze dell’ordine che con i suoi versi “fotografa” la natura e i contenuti politici di quell’avvenimento.  

Contessa è soprattutto la canzone che ha dato a Paolo Pietrangeli una grande popolarità e visibilità, perché è diventata una vera e propria colonna sonora del Sessantotto italiano. Sembra che Pietrangeli abbia tratto ispirazione da una conversazione ascoltata involontariamente in un caffè di un elegante quartiere romano. La composizione riprende lo stile e l’andamento della canzone popolare e vuole propagandare il parallelismo tra lotte operaie e studentesche, anticipando la saldatura tra movimento studentesco e movimento operaio che avverrà nel 1969 con “l’autunno caldo” delle proteste operaie.

L’impegno come cantautore per Pietrangeli durerà tutta la vita e si tradurrà nei suoi  album di maggiore successo tra cui ricordiamo Mio caro padrone domani ti sparo (1969), Karlmarxstrasse (1974), Lo sconforto (1976), Tarzan e le sirene (1988), Noi, i ragazzi del coro (1991), Un animale per compagno (1996), Tempo sensibile (1998), C’è poco da ridere (2002), Ignazio (2006), Carmela (2008).

Particolarmente significative sotto il profilo sociale e politico sono le canzoni Il vestito di Rossini, la cui aria è ispirata a una cavatina di Gioachino Rossini, Carmelo/a, O’ Animale (Un animale per compagno), Pietralata ’96, Uomini e donne, Il massimo del minimo, Il ministero, Isole lontane, Ninna Nanna, Lo sbaglio. 

Nell’ottobre 2021 gli è stato assegnato il Premio Tenco, ma Pietrangeli non è potuto intervenire per ritirare il premio perché gravemente ammalato. Nella motivazione al Premio il Club Tenco ha scritto: “L’esuberanza e il fervore giovanile che all’età di vent’anni gli hanno ispirato Contessa hanno creato di lui l’immagine di un autore esclusivamente orientato a inni roboanti. Nulla di più lontano dalla sua vera vena poetica, costruita casomai sulla bonaria ironia e sul dubbio continuo in grado di rimettere in discussione ogni verità che si ritiene assoluta. Maestro del linguaggio dai virtuosismi verbali, inventore di immagini esotiche, eretiche ed erotiche, dispensa aneddoti e riflessioni danzando su sintassi musicali sapienti e, al contempo, di immediata presa, come si addice ai veri creatori di canzoni popolari”.

Contessa

 
 Che roba contessa all'industria di Aldo
 han fatto uno sciopero quei quattro ignoranti 
 volevano avere i salari aumentati
 gridavano, pensi, di esser sfruttati
 e quando è arrivata la polizia
 quei pazzi straccioni han gridato più forte 
 di sangue han sporcato il cortile e le porte
 chissà quanto tempo ci vorrà per pulire.
 
 Compagni, dai campi e dalle officine
 prendete la falce, portate il martello,
 scendete giù in piazza, picchiate con quello
 scendete giù in piazza, affossate il sistema.
 Voi gente per bene che pace cercate
 la pace per far quello che voi volete
 ma se questo è il prezzo vogliamo la guerra
 vogliamo vedervi finir sotto terra
 ma se questo è il prezzo lo abbiamo pagato
 nessuno più al mondo dev'essere sfruttato
 
 Sapesse, mia cara, che cosa mi ha detto
 un caro parente, dell'occupazione
 che quella gentaglia rinchiusa lì dentro
 di libero amore facea professione
 del resto, mia cara, di che si stupisce?
 anche l'operaio vuole il figlio dottore
 e pensi che ambiente che può venir fuori
 non c'è più morale, contessa.
  
 Se il vento fischiava ora fischia più forte
 le idee di rivolta non sono mai morte
 se c'è chi lo afferma non state a sentire
 è uno che vuole soltanto tradire
 se c'è chi lo afferma sputategli addosso
 la bandiera rossa ha gettato in un fosso.
 Voi gente per bene che pace cercate
 la pace per far quello che voi volete
 ma se questo è il prezzo vogliamo la guerra
 vogliamo vedervi finir sotto terra
 ma se questo è il prezzo lo abbiamo pagato
 nessuno più al mondo dev'essere sfruttato.
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