Il programma dell’ottavo TUC (Torino Underground Cinefest)
a cura di Vincenzo Pasquali
23 Ago 2021 - Altre Arti, Eventi e..., Festival, News cinema
Ecco i 117 film previsti per l’ottava edizione del TUC che si terrà in presenza dal 2 al 9 settembre a Torino. Direttore artistico dell’evento è il regista Mauro Russo Rouge.
Il 19 agosto, presso la pagina Facebook ufficiale del Torino Underground Cinefest, il direttore artistico dell’evento, il regista Mauro Russo Rouge, affiancato dall’attore e doppiatore Fabrizio Odetto, dal critico e selezionatore Alessandro Amato e dal giornalista Tommaso Paris, ha presentato il programma dell’ottava edizione del TUC, proposto dall’Associazione Culturale SystemOut e dall’Università Popolare ArtInMovimento, e patrocinato dalla BIMED.
Il festival torinese del cinema indie si svolgerà in presenza dal 2 al 9 settembre all’Ambrosio Cinecafé e al CineTeatro Baretti a Torino e prevedrà dei quasi 2800 film ricevuti da tutto il mondo, 117 film selezionati. Nello specifico 16 lungometraggi di cui 13 in concorso; 19 documentari di cui 16 in concorso, 78 cortometraggi di cui 51 in concorso; e 4 proiezioni speciali con 46 anteprime italiane, 5 europee e 1 mondiale.
Rispetto all’origine continentale, si evidenzia che quasi il 70% dei film è europeo mentre considerando la nazione di provenienza le più rappresentate sono la Francia con quasi il 20% del totale, l’Italia col 14,5% e l’America con circa il 10%.
Dal programma si evince che diversi sono i prodotti diretti da registe donne, che il drammatico è il genere più rappresentato e che svariate sono le tematiche presenti anche se prevalgono quelle giovanili legate all’insoddisfazione e all’incapacità di emergere e relazionarsi. Tra i documentari che, per il primo anno godono di una sezione assestante, si distinguono prodotti di denuncia e altri dal sapore prettamente antropologico.
Nello specifico nella sezione Lungometraggi concorrono: “Amigo” di Óscar Martín (Spagna), “Angelo bianco” di Vincenzo Basso (Italia), “Blurred Vision” di Ivan Elmer (Danimarca), “Botox” di Kaveh Mazaheri (Iran), “Bula” di Boris Baum (Belgio), Chasing Paper Birds di Mariana Jukica (Germania), “Diamond soles” di Micael Preysler (USA), “Giants Being Lonely” di Grear Patterson (USA), “Lumina” di Samuele Sestieri (Italia), “Rodantes” di Leandro Lara (Brasile), “Silenced tree” di Faysal Soysal (Turchia), “Terminal Station” di Mavi Simão (Brasile), “The Battle of Shangri-lá” di Severino Neto e Rafael de Carvalho (Brasile).
Sono in gara tra i Documentari: “21 Days Inside” di Zohar Wagner (Israele), “A Donkey Called Geronimo” di Arjun Talwar e Bigna Tomschin (Germania), “Conz. The ultimate collector’s life” di Roberto Delvoi (Italia), “Cops, Robbers and Old Men” di Ines von Bonhorst e Yuri Pirondi (Portogallo), “Dear Child” di Luca Ammendola (Brasile), “Fest of Friends” di Nicolas Gauthier (Francia), “Jinxsie” di Marzena Milowska (UK), “Paolo Rossi: Dreams Create the Future” di Michela Scolari e Gianluca Fellini (Italia), “Paternicillina – Story of a Forgotten Director” di Marco Berton Scapinello (Italia), “Pyrale” di Roxanne Gaucherand (Francia), “Silêncio – Voices of Lisbon” di Judit Kalmár e Céline Coste Carlisle (Portogallo), “Stop the boats” di Simon V Kurian (Australia), “The Man of The Monkey” di David Romberg (USA), “Una tempesta di sabbia” di Andrea Gadaleta Caldarola (Italia), “What remains after we’re gone” di Nicolas Lachapelle (Canada) e “Zenerù” di Andrea Grasselli (Italia).
I cortometraggi selezionati sono: “A knowing of loss” (“El saber perder”) di Marc Puig Biel (Spagna), “Anemone” di Alessandro Marcon (Italia), “Brighter Colors” di Calvin Herbst (USA), “Charon” di Yannick Karcher (Francia), “Chien de garde” (“Guard dog”) di Angelini Sarah (Francia) “Coque” di Miguel Angel Faura e Juanma Falcón (Spagna), “Dream” di Davide Vigore (Italia), “Europe” di Lucas del Fresno (Svizzera), “Extra Sauce” di Alireza Ghasemi (Germania), “From time to time, I burn” di Carlos Segundo (Brasile), “Gabriel” di Yousef Kargar (Iran), “Green Silk” di Marina Wagner Moll (Spagna), “Hadrien & Nathalie” di Philibert Gau (Francia), “Herma” di Beauron Eric (Francia), “I am Matteo / Io sono Matteo” di Loris Di Pasquale (Italia), “I was still there when you left me” di Marie Mc Court (Belgio), “Inoculation” di Andrew Harrell e Patrick Nichols (USA), “Killing Small Animals” di Marcus Svanberg (Svezia), “Kilter” di Rob Stanton-Cook (Australia), “Malakout” di Farnoosh Abedi (Iran), “Mr. Sam” di Zeus Kontoyannis (USA), “My planet” di Valéry Carnoy (Belgio), “Nutcracker” (“Casse – Noisette”) di Justine-Julie Lefevre (Francia), “Onde”(“Waves”) di Federico Turani (Italia), “One Night” Ayda Alimadadi (Iran), “Pa’lante” di David Van (Repubblica Ceca), “Parade” (“Cortège”) di Yohann Gloaguen (Francia), “Perpetuum Aion” di Philos Maurice Klein (Germania), “Pigeon” di Raphael Halloran (USA), “Progressive Touch” di Michael Portnoy (Austria), “Q: ghostly remote effect” di Marcus Hanisch (Germania), “Quando O Vento Bate Ao Sul” (“When The Wind Is Southerly”) di Pedro Henrique Ferreira (Brasile), “Quiet” di Barbara Zemljič (Slovenia), “Sad Beauty” di Arjan Brentjes (Olanda), “Servus Karl” di Thomas Bischof (Austria), “Sick Birds” (“Le Mal Bleu”)Anaïs Tellenne e Zoran Boukherma (Francia), “So What If The Goats Die” di Sofia Alaoui (Francia), “St. Augustine” di Thomas Wilson-White (Australia), “Stuff” di Malu Janssen (Olanda), “The cloud is still there” di Mickey Lai (Malesia), “The Day After” di Lisa Carletta (Belgio), “The Invisible Monster” (“El Monstruo Invisible”) di Guillermo Fesser Perez de Petinto e Javier Fesser Perez de Petinto (Spagna), “The Jackpot” di Alice von Gwinner (Germania), “The Listening” di Milena Bennett (Australia), “The Same Story” di Alice Airoldi (USA), “This other winter” di Margo Brière Bordier (Francia), “Unheard-Of” di Emma Bading (Germania), “View from above” di Eugene Izraylit (Russia), “Vista” di Gergely Lőrinczi (Romania), “Which is witch ?” do Marie Losier (Francia), “Wound Riders” di Angel Barroeta (USA).
Tra i film fuori concorso, alcuni provengono dalla settima edizione del TUC che, a causa della pandemia, è stata on demand.
In generale i lungometraggi fuori concorso sono: l’americano “Easy does it” di Will Addison, il russo “Olma Djon” di Victoria Yakubov e “Philophobia” di Guy Davies.
I documentari fuori concorso sono, invece, l’italiano “Dentro il collettivo” di Lorenzo Melegari, lo svedese “Stekenjokk and the guardians of the eggs” di Per Bifrost e Alexander RynéUs e il cubano “The Olden Heralds” (“Los Viejos Heraldos”) di Luis Alejandro Yero.
I cortometraggi fuori concorso sono il vietnamita “À la carte” di Jay Do, l’estone “About love” di Girlin Bassovskaja, il francese “Amazone Mon Amour” di Aurore Michaud, il serbo “Autumn Waltz” di Ognjen Petković, il francese “Bertin” di Elise Lausseur, il francese “Diversion” di Mathieu Mégemont, “Dove si va da qui” di Antonello Schioppa, il polacco “Good Morning” di Bartosz Kozera, il finlandese “Hardballer” di Mika Tervonen e Lauri Tamminen, l’americano “I Am Mackenzie” di Artemis Anastasiadou, il cinese “Kite” di HongWei Wang, il tedesco “Lead” (“Blei”) di Benjamin Leichtenstern, l’italiano “L’oro di famiglia” di Emanuele Pisano, l’inglese “Mousie” di David Bartlett, i francesi “My Kingdom” (“Mon royaume”) di Guillaume Gouix, “O Ma’! di Vincent Launay-Franceschini e “Play It Like A Man” (“Un été viril”) di Laurent Lunetta, l’ungaro “Redline” di Kiliána Kilián, l’inglese “Roadkill” di Leszek Mozga, il portoghese “Still Life” (“Natureza morta”) di Bruno Fraga Braz, l’americano “Take Care” di Itamar Giladi, l’iraniano “Tattoo” di Farhad Delaram, l’irlandese “The cocaine famine” di Sam Mcmullen, il francese “The Saverini Widow” (“La Veuve Saverini”) di Loïc Gaillard, il venezuelano “Thirst” (“La Sed”) di Dester Linares, l’olandese “Till the end of the world” di Florence Bouvy e il francese “To the bone” di Sébastien Betbeder.
Le proiezioni speciali invece sono l’italiano “Ancestral World” di Enrico De Palo, il russo “Anna’s war” di Aleksey Fedorchenko, e gli italiani “L’eroe” di Cristiano Anania e “Il tratto mancante” di Riccardo Roan.
“Entusiasta per un programma così ricco e variegato, elaborato considerando, innanzitutto, la manifattura tecnica, l’originalità e la creatività dei linguaggi utilizzati, vorrei ricordare gli obiettivi del Torino Underground Cinefest che è completamente autofinanziato dalle realtà associative proponenti. In primis, vogliamo dare visibilità al cinema indie, prolifico a livello internazionale e che continua a fare molto bene. Desideriamo anche permettere a un pubblico più vasto possibile di poter confrontarsi con linguaggio cinematografici nuovi, sia classici sia sperimentali. Vogliamo inoltre dare la possibilità a film che difficilmente potrebbero raggiungere le grandi sale giacché esclusi dal mainstream, nonostante provengano da festival blasonati come Berlino, Rotterdam e Cannes, di essere fruiti e goduti dagli spettatori in una città come Torino, legata da sempre al mondo del cinema. E infine desideriamo essere una voce altra, libera e soprattutto inneggiante l’arte per l’arte. Ringrazio chi il 19 agosto ha preso parte alla presentazione ufficiale online e i collaboratori che, con chiarezza, hanno presentato il programma del festival”, afferma Mauro Russo Rouge.
Si evidenzia che i mediapartner dell’evento sono, accanto ad ArtInMovimento Magazine, Sentieri Selvaggi, CameraLook, La Settima Arte, Cinematographe.it, Cinema4Stelle, Taxidrivers, FucineMute, Central Do Cinema, Der Zweifel, Fotogrammi, Psycofilm, Italia Che Cambia, Piemonte Che Cambia, MusiCulturA online, ArtApp, TorinOggi, Italy in the World ed Elastic Media News.
Si configurano, come parner culturali, Event Horizon, Forword, Realeyz, Uam.Tv, il Circolo del cinema di Tortona, il CineTeatro Baretti, l’Ambrosio Cinecafè e FilmFreeway.
Informazioni:
Il programma completo del festival è disponibile sul sito ufficiale www.tucfest.com