Pepimorgia: Musicultura Festival per me come un figlio
Francesco Massi
29 Giu 2007 - Commenti live!
Macerata C'è un genitore che ha dato il Dna al Musicultura Festival, lo ha creato e nutrito. à Piero Cesanelli. Un altro che lo ha vestito, curato in tutto il suo aspetto, gli ha insegnato a stare sul palcoscenico della vita. à Pepimorgia. Tutti e due accomunati da un'unica caratteristica: un amore profondo ed incommensurabile per questa creatura che è cresciuta proprio bene. E di essa quest'anno si godono, con soddisfazione, la maggiore età . Pepimorgia, light designer di alto prestigio che opera in tutto il mondo, le sue realizzazioni sono studiate nelle università , direttore artistico di tantissimi eventi culturali, regista di grandi manifestazioni di livello internazionale e dei concerti di personaggi di fama mondiale, a cominciare, tanti anni fa, da quelli del suo fraterno amico Fabrizio De Andrè. Pepimorgia, regista fin dall'inizio del Musicultura Festival, parla a tutto campo di questa avventura e di quel variegato mondo di emozioni che gli ha lasciato nel cuore e che conserva con la sua solita signorile riservatezza, con quel pizzico di raffinato pudore, con quell'umiltà autentica che appartiene alle grandi personalità .
D:Come ha visto nascere e crescere Musicultura?
R.Sono approdato alla manifestazione con Fabrizio De Andrè che andò a ritirare il primo premio. Da lì sono rimasto in questa avventura assieme a Piero Cesanelli ad al grande clan affezionato a questa creatura.
D:Cosa ricorda in occasione di questi 18 anni?
R.Intanto una grande soddisfazione che questa creatura sia diventata maggiorenne. Quando si alleva un figlio o una figlia è sempre molto interessante. Tante esperienze ogni anno, un sacco di amici e amiche che s'incontrano nel circo della musica . Ho avuto sempre un buonissimo rapporto con tutte le varie emanazioni dello spettacolo. Quest'anno abbiamo ancora di più conquistato la città di Macerata ed il nostro impegno continuo è quello di migliorare lo spettacolo. In questa edizione ho proposto ad esempio delle splendide grandi immagini proiettate sul grandissimo muro dietro al palcoscenico dello Sferisterio, che già facemmo a Recanati per l'allunaggio. Una soluzione felice non potendo fare allestimenti permanenti, visto che il nostro evento dura solo tre giorni. Abbiamo così inserito una forte impronta tecnologica in un contesto di architettura antica come lo Sferisterio. 18 anni fa abbiamo cominciato con strumenti elementari anche da questo punto di vista, nelle prime edizioni in un cinema di Recanati e poi in una bocciofila. Ora da pochi anni siamo finalmente approdati in un contesto più adeguato per Musicultura come lo Sferisterio e questa è stata una soddisfazione per tutti, a cominciare da quelli che come me ci lavorano volontariamente fin dall'inizio.
D:Quali i momenti più difficili e quelli più piacevoli nel costruire la regia di Musicultura?
R.Quelli più difficoltosi li vivo quando abbiamo degli ospiti più impegnativi. Quest'anno per esempio ho proposto, tra i vari ospiti, Loredana Bertè, una mia grande amica ed un personaggio difficile, da saper gestire. Però ugualmente lo era De Andrè, o lo è Baglioni e potrei fare tanti altri nomi. I grandi artisti hanno sempre un carattere complesso. Bisogna saperli comprendere e seguire. La parte più dura è quindi quando si costruisce lo spettacolo a partire dalle prove. Che è comunque un momento sempre felicissimo. La grande soddisfazione è poi quando si sono spente le luci e ci si ritrova tutti gli amici a cenare, a chiacchierare, a scambiarci opinioni. I più anziani a raccontare le varie esperienze del passato ed i più giovani che ci ascoltano un po' come se fossimo dei guru. Non voglio dire che sono un guru ma sicuramente un anziano di questo mestiere, visto che sono 35 anni che vado su e giù per il mondo acquisendo un bagaglio enorme di esperienze sia professionali che umane. Mi fa molto piacere quindi incontrare i giovani e renderli partecipi di queste mie ricchezze. Le mie docenze che faccio con i giovani sono delle lunghe chiacchierate, ricordando un po' le mie esperienze di regia nel mondo del rock e dello spettacolo e cerco di trasmettere queste passioni alle nuove generazioni.
D:Come colloca Musicultura in questo nutrito panorama di ricordi ed emozioni che si porta dietro in questa eccezionale carriera e percorso di vita?
R.La metto in uno dei primi posti se non addirittura al primo assoluto. Sono molto affezionato a Musicultura Festival. Una piccola testimonianza. Sono direttore artistico della città di Sanremo dove faccio 500 eventi all'anno, tra cui la Festa della Musica, che è la più lunga di tutta Europa e che coincide proprio con questo periodo di Musicultura. Abbandono momentaneamente tutto questo per venire a lavorare come volontario qui a Musicultura Festival. E questo fa capire che lo vivo con amore. Poi considero molto importante l'allargamento mediatico che sta sempre più crescendo. Questo vuol dire che il prodotto è veramente alto.
D:Come crescerà ancora Musicultura?
R.Si sta parlando di un progetto europeo, siamo troppo stretti in Italia. Questa è la prossima sfida che Piero Cesanelli porterà avanti ed io da gregario sosterrò questo nuovo passo di questa rassegna alla quale lo stesso Fabrizio De Andrè era molto affezionato. E più o meno inconsciamente anche per la mia grande amicizia con Fabrizio porto avanti questa linea.
D:Al di fuori di Musicultura Festival 2007 quali altri progetti?
R.Mi sento ormai adottato dalle Marche, regione che frequento ormai da 18 anni. Sono stato anche insignito del Piceno d'Oro riguardo la provincia di Ascoli. Ho in programma il solito Cabaret Amore Mio a Grottammare i primi di agosto, appuntamento annuale. Harbì d'Inverno, musica cantautorale sempre a Grottammare (A.P.) dove ho fatto anche la regia dell'inaugurazione del nuovo teatro. Poi Sinfonie di Cinema a Montefiore dell'Aso (A.P.), un piccolo gioiello al quale sono affezionato come a tante piccole e particolari manifestazioni che curo, dal Festival dei Druidi, delle Arpe, dei Templari ed altri. Un progetto in itinere è BandaAutore a Servigliano (F.M.) speriamo di portarlo a conclusione verso settembre-ottobre. In programma anche l'illuminazione esterna dello Sferisterio di Macerata. Poi oltre le Marche un altro grande progetto a San Pietroburgo, mi sto preparando per le Olimpiadi in Cina dove farò alcune installazioni luminose. E ancora un impegno per Pescara 2009 con i Giochi del Mediterraneo, la direzione artistica del Teatro della Valle dei Templi in Sicilia ed altro ancora in giro per il mondo. Poi un piccolo sogno ancora nelle Marche. Riportare un concerto dei Monaci Tibetani sul rifugio del Monte Sibilla, nella catena dei Sibillini, a quota oltre i 1500 metri come già avvenuto durante il Festival di Amandola. Un evento che mi piacerebbe riproporre ma soprattutto allargare ad altre iniziative da fare sulla montagna dedicata alla Sibilla, sui monti Sibillini in quanto Parco. Un luogo magico che nella tradizione Tibetana viene riconosciuto come uno dei siti sacri del mondo. Da buon Buddista Tibetano cercherò d'impegnarmi ancora per mettere in porto concretamente questa idea. Spero che anche le istituzioni, specialmente la provincia di Ascoli Piceno, possano seguirmi in questo progetto.
D:Qual'è il segreto che ti fa mettere sempre in sintonia con ambienti così diversi, visto che passi facilmente dalla cura del piccolo evento del paesino fino a quello internazionale di altissimo livello?
R.Riguardo la professione sicuramente la grande esperienza oltre alla preparazione e la capacità continua di sperimentare e mettersi in gioco. Ma un ruolo fondamentale lo gioca il mio carattere, che ho modellato continuamente, la mia serenità . Ascolto tutti con grande attenzione. Fin da giovanissimo quando al mattino andavo a scuola in Accademia e alla sera andavo a fare l'aiuto nei teatri, mi hanno insegnato sempre una grande umiltà , sia se si fa il grande regista, che l'ultimo aiuto elettricista. Grande umiltà e grande voglia di apprendere. Queste le due chiavi fondamentali che consiglio ai miei allievi ed assistenti.
D:Quindi Per diventare un Pepimorgia occorre grande bravura professionale ma anche una cura e un'attenzione particolare alla personalità ?
R.Direi soprattutto. Occorre un continuo impegno nella propria crescita umana ed interiore. Magari su alcune tecniche forse sono meno bravo ma il rapporto umano mi viene sempre molto naturale.
(Francesco Massi)