Ricordo di Franco Corelli nel centenario della nascita


di Roberta Rocchetti

9 Apr 2021 - Approfondimenti classica, Commenti classica

In occasione del centenario della nascita ricordiamo Franco Corelli, il timido portento. La città di Ancona nell’occasione dedicherà al tenore dorico una rassegna che si svolgerà alla Mole Vanvitelliana.

L’8 aprile esattamente 100 anni fa nasceva nel quartiere Archi di Ancona Franco Corelli, all’anagrafe Dario, sicuramente uno degli esempi più splendidi di cantante lirico di tutto il ‘900.

La sua carriera sembra essere un destino scritto fin dai primi giorni di vita in quel quartiere affacciato sul mare dal momento che nasce in una famiglia dove si canta a vario titolo per amore o per passione e anche il giovane Franco lo vediamo recarsi al teatro della sua città, quel Teatro delle Muse che poi a lui verrà dedicato, per partecipare a riunioni di appassionati ed ascoltare quelle arie d’opera che facilmente si faranno strada nel suo spirito sensibile e recettivo.

Decide così di studiare canto ed emerge quel rigore e quella serietà soprattutto verso se stesso che contraddistingueranno l’intera carriera, inflessibile e certosino mette a punto una tecnica vocale ineguagliata che gli permette di ampliare la zona centrale e rendere così il timbro corposo, pieno e carico di ignea densità ma al contempo di affrontare la zona acuta con sicurezza e cristallina potenza, per poi scivolare sul velluto verso mezze voci, smorzature e filati che hanno fatto la storia.

Ha spaziato nel repertorio più vario, dopo il debutto giovanile interpretando Don José nella Carmen di Bizet ha proseguito regalandoci memorabili prove affrontando Verdi, Puccini, Bellini, Donizetti, partendo da Haendel per arrivare al verismo di Mascagni e Leoncavallo e veleggiando sempre a livelli siderali ha reso indimenticabili i suoi Cavaradossi, i Manrico, i Radames, e quel Canio televisivo con Mafalda Micheluzzi nel ruolo di Nedda e Tito Gobbi in quello di Tonio che rimane forse la prova più lampante del suo essere attore eccelso oltre che cantante impareggiabile.

Ospitato dai più prestigiosi teatri del mondo, dopo aver duettato con i soprani leggendari della sua epoca come Maria Callas, Renata Tebaldi, Birgit Nilsson, la sua relativamente breve ma splendida carriera è stata quello che lui avrebbe voluto che fosse, un diamante senza impurità.

Eppure di Franco Corelli si racconta che fosse un uomo umile, schivo, addirittura insicuro o talmente perfezionista da non consentire a se stesso il minimo errore o cedimento, con i nervi tesi a controllare il controllabile. Della sua vita privata blindata, per nulla incline alla mondanità, si conosce pochissimo a parte l’unione indissolubile e profondissima con la moglie Loretta di Lelio che gli sarà sempre accanto e che dopo il matrimonio lascerà la propria carriera di soprano per dedicarsi a quella di Franco come consulente e vocal coach. Cultore delle amicizie di lunga data e solide, delle passeggiate nel verde e della lettura, concede pochissimo al resto, eppure i numeri per essere un divo mediatico li ha tutti, alto un metro e ottantacinque, ex nuotatore, bello come un divo del cinema e con capacità interpretative uniche che in scena danno ai suoi personaggi credibilità come forse mai era accaduto prima, Corelli rimane comunque sempre persona senza mai divenire personaggio.

Forse a causa della sua insicurezza o forse del suo estremo perfezionismo decide di ritirarsi prima che un qualunque segnale di cedimento intacchi lo splendore del suono della sua voce lasciando così negli ammiratori che tuttora abitano l’intero pianeta il ricordo di un percorso pressoché senza macchia.

Anni fa mi trovavo al Teatro Sperimentale di Ancona e partecipavo ad un pomeriggio organizzato dagli “Amici della Lirica”: presentazioni, concerto, poi ad un certo punto chi presenta fa cenno ad un signore seduto tra il pubblico di alzarsi, il signore si alza, alto, magro, distinto, un po’ imbarazzato, intimidito. Dopo alcuni secondi nei quali il resto del pubblico sembra aver smesso di respirare scroscia uno dei più grandi ed entusiastici applausi che mi sia capitato di sentire, mentre tutti ci alziamo in piedi a rendere onore al “principe dei tenori”, principe anche in quella sua tenera umiltà che mai ha saputo celarne l’immensa grandezza.

Franco Corelli morirà a Milano poco tempo dopo, il 29 ottobre 2003 e lì riposa.

La città di Ancona nell’occasione del centenario della nascita dedicherà a Franco Corelli una rassegna che si svolgerà alla Mole Vanvitelliana, che avrà la sua massima espressione tra agosto e settembre e che vede, tra le altre iniziative, come momento clou il concerto di Juan Diego Florez, ovviamente il tutto rapportato al difficile momento che stiamo vivendo sul piano sanitario, ma la musica serve anche a questo, anzi diremmo soprattutto a questo, per questo lavoreremo perché di musica ve ne sia sempre più.

Potrete trovare su queste pagine il programma completo della rassegna con le anticipazioni della Stagione Lirica del Teatro delle Muse di Ancona.

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2 responses

  1. sergio azzolini ha detto:

    che devo dire dopo le belle parole da voi dette, anche per il mio gusto, sono innamorato della sua voce, il destino non è stato avaro nel donargli questo dono, che serve agli umani per diventare migliori.

  2. Gianluigi ha detto:

    Passano gli anni… Ma quando si ascolta Franco Corelli cantare …. Le lacrime sono dietro l’angolo… Non esiste voce che possa eguagliare la sua onnipotenza lirica … Una voce soprannaturale che non si sa da dove arrivi …. E che ha lasciato un senso di vuoto dentro penso x chi lo amasse …

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