Leggende del Jazz al Club La Palma di Roma


Federica Baioni

29 Feb 2004 - Commenti live!

Roma – Mercoledì 25 Febbraio. Un trio di stelle del jazz che hanno firmato la storia della musica afroamericana di mezzo secolo nell'unica data romana che li ha visti accompagnati da un'ensemble d'eccezione: Massimo Faraò pianista genovese e appassionato di storia del jazz insieme al suo collega, compaesano e amico di sempre il contrabbassista Aldo Zunino hanno ospitato al club la Palma i 3 giganti buoni della musica nera per un tributo a suon di standard jazz davvero indimenticabile. L'età è un'opinione sembra risuonare a chiare lettere per tutto il live quando a salire sul palco è Hal Singer sax tenore che alla veneranda età di 85 anni claudicante e con una operazione agli occhi che gli impedisce di vedere è ancora un ragazzino che si diverte a suonare Bye Bye Blackbird non disdegnando improvvisazioni e soli frutto della sua storica militanza in band e grandi orchestre da manuale di storia come quella di Roy Eldrige e Duke Ellington. Insieme a lui il collega trombettista Benny Bailey, classe 23 con quel sorriso e quella voce che fa il verso ad Armstrong e che quando intona in vero stile minstrel show la celebre:Penny's from Heaven fa dimenticare a tutti per un attimo la data anagrafica. A corredare il trio di leggende alla batteria e alla voce Mr. Bobby Durham un vero portento meglio conosciuto come il fedelissimo turnista di Ella Fitzgerald e del Tommy Flanagan Quartet oltrechè sideman di Oscar Peterson e basta questo a far capire lo spessore e la storia che si celano dietro a quell'invidiabile ritmo swing che a distanza di anni sembra sempre più disinvolto e preciso. Bobby trasferitosi a Genova per qualche anno dall'amico Faraò non ha più abbandonato il nostro paese e all'attivo vanta collaborazioni numerose contentendosi la presenza in numerosi festival in giro per il mondo anche e soprattutto come cantante. Lui stesso dice: devo tutto mia madre che voleva diventassi il rivale di Frank Sinatra. Mattacchione,dotato di una carica vitale comune a pochi e rara al giorno d'oggi, Bobby fa da entertainer presentatore e maestro di cerimonie durante il live che se pur con un esiguo part terre riesce ad incantare nelle sue due magiche interpretazioni vocali di I should care e The very though of you con un fraseggio invidiabile ad ogni dio della canzone internazionale. Un live raro ed unico quello di mercoledì sera alla Palma che segna una pagina di storia della musica nera in via d'estinzione e che tutti tra qualche anno rimpiangeranno ma che per i più fortunati, grazie ad eventi come questo rimarrà immortale.
(Federica Baioni)


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *