Rolling Stones: non solo rock and roll
Silvio Sbrigata
16 Giu 2003 - Commenti live!
Milano E' solo R&R, impropriamente recita il titolo di una delle loro canzoni di successo. Ma non è solo quello. E' molto di più: è storia, è mito, è leggenda, è spettacolo. Non è un concerto, come altri caratterizzato da un'imponente macchina scenica e dai mirabolanti effetti. Sostenere questa tesi significherebbe offendere la più grande rock and band del mondo secondo una giuria di critici e di pubblico americani.
Significherebbe calpestare gli innumerevoli capitoli della storia del rock da loro scritti, non avere rispetto per i loro 40 anni di carriera, e sarebbe oltremodo offensivo per chi in tutto il mondo, da anni li segue e li ama. Signori e signore ecco a voi: Mick Jagger, Keith Richards, Charlie Watts, Ron Wood, i Rolling Stones. Non poteva cominciare in modo migliore la stagione concertistica milanese con in previsione una serie di eventi imperdibili: dal boss, Bruce Springsteen, il 28 Giugno, fino alla tre giorni di Vasco Rossi il 4, 5 ed 8 Luglio in sold out già da almeno due mesi. La band inglese sceglie Milano per l'unica data italiana del Licks World Tour e per una sera trasforma il tempio del calcio, nell'arena della musica tecnologicamente più avanzata mai vista prima. Il tour li porta in Italia per la quinta volta nella loro vita (le precedenti nel 1967, 1970, 1982 e 1990) e la terza a Milano dopo 33 anni di assenza e dopo l'annullamento nel 1998 per la laringite del cantante. Un tour mondiale partito il 3 settembre scorso dal Fleet Center di Boston, con due tappe addirittura in Cina il 13 marzo a Shanghai ed il 17 a Pechino, e che in Europa, dopo la tappa meneghina, li porterà a Oberhausen, Germania, fino a chiudere nel mese di settembre in casa, a Londra, dopo esattamente 40 date.
Lo show non è sempre lo stesso, anzi a confermare la mania per il gigantismo con cui da sempre convivono le Pietre Rotolanti, sono previsti tre spettacoli diversi: uno per gli stadi, uno per le arene e l'altro per i club. Ognuno di essi caratterizzato da una scenografia ed una scaletta particolare. Non avendo infatti un disco da promuovere durante la tourneè, i gradi di libertà sono numerosi. A Milano iniziano puntualmente alle 20.30 con Brown Sugar, e con Start me Up. Bastano poche note della chitarra di Keith Richard per mandare in trepidazione i 70.000 spettatori che riempiono completamente il Meazza. L'indiscusso protagonista della serata è indubbiamente Mick Jagger, da poco insignito del titolo di Sir dalla regina Elisabetta. Sir Michael Philip, con il suo modo di muoversi, il suo stile vocale, la sua capacità interpretativa, oltre ad essere il propulsore degli Stones, rappresenta con Richards l'icona del rock per antonomasia (quella di Sex, drug and rock&roll ). Il carismatico cantante è in grado di trascinare per più di due ore le orde di fans scatenati, nonostante i prossimi 60 anni e le innumerevoli rughe del suo volto. Sbagliato pensare che data l'età farebbe bene a stare in casa: lo si vede correre da una parte all'altra del palco e cantare, come se per lui il tempo non fosse mai passato. Alterna i vecchi successi Miss You, Sympathy For The Devil, Jumpin' Jack Flash, You Can't Always Get What You Want, l'intramontabile Satisfaction, con le nuove canzoni di Forty Licks (4 dischi di platino) Stealing My Heart, Keys To Your Love, Losing My Touch e la travolgente Don't Stop durante la quale Jagger suona la mitica Telecaster di Keith. La scenografia è ineccepibile e molto originale: sulla parte alta del palco campeggiano delle immagini molto colorate (un posto di rilievo, ovviamente, per il loro logo delle labbra), sulle quali a partire dalla seconda canzone in scaletta scorre uno schermo diviso in quattro parti indipendenti, una per ogni componente del gruppo. Le immagini proiettate sono quelle del pubblico, quelle delle band, magari opportunamente elaborate al computer per conferire più suggestione, o semplici giochi di colori per fare un tuttuno quelli delle luci. Lo screen non serve solo a permettere una buona visione del concerto, ma anche per amplificare la già grande forza emotiva della musica stoniana. Sulle note di Angie ad esempio, il primo piano di Jagger viene visualizzato tra due cascate di fuoco, mentre il pubblico tira fuori gli accendini e Keith imbraccia la chitarra acustica. C'è solo un momento in cui sul palco rimane tutto spento: quando gli eterni Rolling lo abbandonano per raggiungerne uno più piccolo posto al centro del campo sul quale eseguono It's Only Rock and Roll e la dylaniana Like a Rolling Stones. Nota di merito anche per la chitarra ritmica, ingiustamente seconda , per lo stile pacato della batteria di Charlie Watts, per la sessione fiati, per i coristi e le tastiere. Lo spettacolo si chiude con i fuochi d'artificio, nella migliore tradizione dei concerti di Jagger&Co, e con un bel pò di amarezza per la penalizzazione imposta da un inopportuno comitato anti-rumore , riuscito ad ottenere la fine del concerto alle 23, in modo da preservare il riposo degli abitanti della zona S.Siro. Per coloro che amano lo spettacolo, il rock e desiderosi di assistere ad un evento irripetibile l'appuntamento è per Luglio quando per ben tre volte, a meno di un gesto di magnanimità del comitato , l'icona del rock nazionale, Vasco Rossi, riempirà San Siro con 75000 persone. A condizione che due mesi fa abbiate comprato il biglietto.
(Silvio Sbrigata)