Intervista a Bersani
Francesco Massi
25 Giu 2001 - Commenti live!
Ci parli la prima volta ed è già come rivedere un vecchio amico. Da buon romagnolo (è nato a Rimini trent'anni fa) ha la simpatia nel sangue e l'eloquio fluente spolverato di sottile umorismo. Samuele Bersani, è ormai considerato tra i migliori cantautori italiani delle ultime generazioni. Un'investitura consolidata concessa da pubblico, critici musicali, colleghi ormai miti della vecchia guardia. Testi originali ed innovativi, nelle sue canzoni, capaci d'inaugurare una nuova poetica, con rara forza evocativa e stile ricercato ed in trasformazione. Debutta nel '91 nel tour Cambio di Lucio Dalla che diventerà poi il suo primo produttore. Scambiamo quattro chiacchiere durante le prove per il suo intervento di chiusura della XII edizione del Premio Città di Recanati, di cui è membro del Comitato Artistico di Garanzia assieme ad altri illustri cantautori, scrittori, musicisti.
Cosa ci dici di questa manifestazione diretta a scovare nuovi validi cantautori?
E' una vera punta di diamante come lo è il Premio Tenco. L'importante è che ci siano posti come questi evitando però di crearsi degli steccati. E' sbagliato considerare cantautori solo questi che partecipano e gli altri semplicemente commerciali perchè non sono qua.
E chi è un cantautore oggi?
L'ho sempre rivendicato come ruolo di qualità , anche se in Italia oggi dirsi cantautore sembra un po' portarsi sfiga, della serie ho un angolo di malinconia nello stomaco che devo tirar fuori con le canzoni. Io non vorrei questo. Voglio divertirmi con la mia musica.
Come mai quasi nessuno di questi giovani artisti passati negli anni in questa rassegna di Recanati si è affermato presso il grande pubblico?
Questo non lo so, e non riesco a spiegarmelo. Ciò non toglie che la manifestazione sia estremamente valida. La mia storia è un po' diversa.
Perchè?
A 21 anni mi sono ritrovato sul palco accanto a Lucio Dalla e da lì poi è andata bene. Mi sento un privilegiato rispetto a tanti altri. Ma voglio essere sincero. E' anche un fatto di selezione naturale. Se scrivi delle gran canzoni vai avanti, se hai un'anima la gente, prima o poi, la riconosce. Poi è chiaro che devi trovare chi ti produce e spende dei soldi per te. Non sopporto però i cantautori che si complicano la vita scrivendo cose che non capiscono nemmeno loro, o devono essere per forza retrò per sentirsi originali. Non mi piacciono quelli che non si buttano nella mischia.
Quando hai cominciato a sentirti cantautore?
Credo a 17 anni, anche se ho sempre cantato e suonato. A quell'età ho scritto Il mostro che per me rimane il pezzo più bello. Ma nel mio penultimo disco c'è una canzone che ho fatto a due anni e mezzo. Ciò che più mi diverte è fare canzoni dallo stile diverso.
Progetti futuri?
Un breve romanzo su Stromboli, edito da Feltrinelli. La storia di uno che è sempre vissuto lì e non è mai salito sul vulcano. Ho scritto una canzone per Mina che dovrà uscire nel suo nuovo album. Poi comincio la preparazione del mio prossimo CD che uscirà assieme al libro nella primavera del 2002.
(Francesco Massi)