IL QUARTETTO PROMETEO: un trionfo in musica!


Elena Bartolucci

16 Dic 2012 - Commenti classica

quartettoprometeo_MusiculturaonlineMacerata – Venerdì 15 dicembre, il Teatro Lauro Rossi di Macerata ha ospitato il concerto del famoso Quartetto Prometeo, composto da Giulio Rovighi (violino), Aldo Campagnari (violino), Massimo Piva (viola) e Francesco Dillon (violoncello).
Vanta numerose esibizioni in giro per il mondo ed è stato insignito di svariati premi a livello internazionale come il Premio Speciale Bärenreiter per la migliore esecuzione fedele al testo originale del Quartetto K590 di Mozart, del Premio Città di Praga come migliore quartetto, il Premio Thomas Infeld dall’Internationale Sommer Akademie Prag-Wien-Budapest “per le straordinarie capacità interpretative di una composizione del repertorio cameristico per archi” e del Premio Pro Harmonia Mundi.
Molto attento alle varie espressioni musicali, il Quartetto Prometeo da sempre affianca il repertorio tradizionale a quello contemporaneo. Particolarmente intensa, infatti, si è rivelata la collaborazione con Salvatore Sciarrino, che ha dedicato loro gli Esercizi di tre stili e il nuovo Quartetto n. 8 per archi e con Ivan Fedele di cui hanno inciso nel 2011 il quartetto Palimpsest.
Il Quartetto Prometeo è stato addirittura premiato con il Leone d’Argento alla Biennale di Venezia del 2012.
Il concerto ha avuto inizio con il Quartetto op.34 in re minore di Antonín Dvořák (1841-1904), noto compositore ceco dalla forte maestria tecnica, il quale era capace di trattare ogni idea melodica, ritmica e armonica con freschezza e disinvoltura. In quest’opera, pervasa da un’atmosfera intima e profondamente malinconica, Dvořák introduce per la prima volta una composizione ciclica ovvero dei temi che si ripresentano nel corso della musica. Si struttura in quattro movimenti. Il primo è un Allegro caratterizzato da una particolare delicatezza data da lievi crescendo e pizzichi sulle corde, che fa da introduzione a un’Alla Polka-allegretto scherzando dal ritmo più sostenuto. Si prosegue poi con un Adagio dalla melodia raccolta, che con il suo finale lentissimo riesce a comunicare quasi delle sensazioni eteree. In conclusione un Finale-poco allegro che presenta un nuovo cambio di velocità, dove il ritmo si trasforma con continui sali e scendi di grande intensità.
Il secondo brano proposto è stato un omaggio al compianto contrabbassista e compositore maceratese recentemente scomparso, Stefano Scodanibbio (1956-2012). Di particolare rilievo è la sua produzione di circa 50 opere, specialmente per strumenti ad arco. Nella composizione presentata, 3 Reinvenzioni, Scodanibbio esercita una sorta di travestimento musicale, appropriandosi della musica di autori del passato e ricreandola con un linguaggio tutto suo. Il primo pezzo è Contrapunctus I di Johann Sebastian Bach, il secondo è un Andante da op.13 libro 3 del famoso chitarrista-compositore spagnolo dell’Ottocento Dioniso Aguado e, infine, la Sandunga (mexican folk song) tratta dal Canzoniere Messicano.
I musicisti hanno poi proposto il Quartetto n.3 op.41 in la maggiore di Robert Schumann (1810-1856) dalle soluzioni armoniche e melodiche molto personali, strutturato in 4 movimenti: Andante espressivo – Allegro molto moderato, Assai agitato – Un poco adagio – Tempo risoluto, Adagio e Allegro molto vivace.
Il primo in forma di una sonata è caratterizzato da un tema principale dallo slancio tipico romantico, mentre un secondo tema introduce a una dimensione più spirituale. Il secondo movimento mostra un carattere diverso, spaziando attraverso differenti stati d’animo ovvero da una limpida serenità si passa a una cupa agitazione. Il terzo propone un carattere sognante e raffinato per poi concludere con un movimento di grande vitalità ed energia.
A conclusione del concerto il Quartetto Prometeo ha ricambiato il profluvio di scroscianti applausi del pubblico con una delle variazioni di Domenico Scarlatti dalla grande potenza e forza interpretativa.

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