QUINTETTO BOTTESINI: che spettacolo!
di Elena Bartolucci
8 Dic 2012 - Commenti classica
Macerata – Martedì 4 dicembre, il palcoscenico del Teatro Società Filarmonica-Drammatica di Macerata ha ospitato il concerto del famoso Quintetto Bottesini, unica formazione stabile in Italia con questo particolare organico, che prende il nome dal grande virtuoso del contrabbasso, noto compositore e direttore d’orchestra, Giovanni Bottesini.
Questo particolare ensemble è nato proprio con l’intento di riscoprire un repertorio dedicato all’organico strumentale costituito da violino (Alessandro Cervo), viola (Federico Stassi), violoncello (Giacomo Menna), contrabbasso (Roberto Della Vecchia) e pianoforte (Linda Di Carlo), consacrato da Schubert ma portato in auge anche da autori come Cramer, Labor o Hummel.
Il suo repertorio, infatti, spazia dal classicismo al romanticismo mitteleuropeo con opere anche di Schumann, Goetz, Farrenc, Onslow, fino ad arrivare a Piazzolla, Rota, Morricone e altri autori italiani contemporanei quali Stefano Taglietti, Raffaele Bellafronte, Carlo Crivelli, Fabrizio Festa, Marco Stassi che hanno scritto espressamente per il gruppo.
Si è esibito in diverse rassegne e festival in Italia ed è stato protagonista anche di varie tournèe di concerti in Polonia, negli Stati Uniti e in America Latina. Il Quintetto Bottesini è stato invitato anche a tenere un concerto a Washington nel dicembre 2007 in onore del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e nell’ottobre 2008 si è esibito durante la prestigiosa rassegna I Concerti del Quirinale in onda su RaiTre.
Lo spettacolo ha avuto inizio con il Quintetto op.16 in do minore di Hermann Goetz (1840-1876), poco noto ma grande compositore e direttore d’orchestra dallo stile compositivo legato al Romanticismo tedesco e caratterizzato da grande chiarezza e maestria tecnica.
Quest’opera è strutturata in quattro movimenti. Il primo è un’Andante sostenuto che, con le sue note basse (quasi funeree), riesce a ricreare un grande senso di profondità e fa da introduzione a un Allegro con fuoco di forte drammaticità . Si prosegue poi con un Andante con moto dove al duo iniziale di piano e violino si aggiungono a mano a mano anche gli altri strumenti, che, con l’aiuto di note delicate e tristi in egual modo, riescono a creare una melodia raccolta e vibrante. A seguire un Allegro moderato (quasi Menuetto) dove la musica viaggia tra lo scherzo e la marcia con un ritmo a volte incalzante; si va infine a concludere con un Allegro vivace che si sviluppa con grande energia in una sorta di danza diabolica.
Il secondo brano proposto porta la firma appunto di Bottesini (1821-1889) e si tratta di un Duo per contrabbasso e violoncello su temi tratti da I puritani di Vincenzo Bellini. Come spiegato al pubblico dallo stesso contrabbassista Roberto Della Vecchia, il famoso compositore ha voluto e saputo dimostrare cosa poteva fare questo strumento, in quanto in grado di essere all’altezza di tutti gli altri strumenti musicali. Per questo brano è stata necessaria una particolare accordatura, in cui le corde sono tirate maggiormente per rendere così la sonorità più brillante. In questo pezzo, inoltre, il suono dello strumento si andava come a fondersi all’unisono con il violoncello, dove il contrabbasso ha saputo dimostrare una tale agilità che può essere ben comparata a quella degli strumenti più acuti.
A conclusione del concerto i musicanti hanno proposto il Quintetto in la maggiore D667 (Die Forelle ovvero La trota) di Franz Schubert (1797-1828). Questa celebre composizione cameristica non fu concepita per il grande pubblico ma solo come una semplice musica da suonare tra amici. Il pezzo, pubblicato postumo, è un’opera raffinata di grande levatura armonica e timbrica e si suddivide in cinque movimenti: Allegro vivace, Andante, Scherzo, Tema e variazioni e Allegro giusto. Dopo una partenza dal ritmo sostenuto, che è stato poi ripreso come tema principale, la musica si è fatta sempre più accesa, garantendo poi un finale più leggero.
Visto gli scroscianti applausi del pubblico presente il Quintetto Bottesini si è congedato solo dopo aver concesso un bis eseguendo la magnifica Primavera tratta da Le quattro stagioni di Astor Piazzolla che ha lasciato tutti in visibilio per la dinamicità di una musica alquanto travolgente, anche se magnificamente ben lontana dal repertorio a cui si era stati abituati nel corso della serata.