“La Battaglia di Legnano” a Parma
Silvana Scaramucci
20 Ott 2012 - Commenti classica
PARMA. Terza rappresentazione della seconda opera in cartellone al Festival Verdi 2012 che si svolge a Parma ogni anno in prossimità del genetliaco del grande bussetano, La battaglia di Legnano ha gratificato le aspettative dei melomani e di un buon pubblico internazionale, a dire il vero poco numeroso, sabato 13 ottobre, visto il vuoto di più d'un palco.
Nella qualità della proposta però i numeri ci sono stati tutti: eccellenti voci femminili, in ogni ruolo previsto dalla partitura, su cui ha primeggiato, nei panni di Lida, sia per presenza scenica che per gamma di aperture sopranili Aurelia Florian. Valida pure nel ruolo di Imelda Erika Beretti. E per restare in tema di voci un apprezzamento va a Gezim Myshketa, interprete di Rolando e ad Alejandro Roy, suo antagonista nel ruolo di Arrigo: voci ben impostate e tecnicamente curate. Il cast vocalistico, in maggioranza non italiano, ha evidenziato serietà di studio e buona resa, con doppi ruoli per William Corrò (primo console di Milano e Federico Barbarossa) e per Emanuele Cordaro (secondo console di Milano e podestà di Como).
L'opera in questione è tra quelle meno rappresentate ma probabilmente tra le più care al Verdi infiammato d'amor patrio. Debuttò infatti al teatro Argentina di Roma nel gennaio del 1849, in pieno clima risorgimentale, ebbe molto successo ma dovette cambiare più volte contesto storico e finanche intitolazione per comprensibili motivi di censura. Al Regio di Parma mancava dal 1951. Tanto silenzio dovuto a circostanze di cambi socio-culturali nei confronti del soggetto patriottico ma anche al notevole impegno scenico, scenografico e coreografico che l'opera richiede. E pur tra non poche difficoltà organizzative, in particolare di natura economica, come è stato sottolineato in conferenza stampa di presentazione, l'edizione 2012 de La battaglia di Legnano non ha mostrato particolari contrazioni. L'abilità del regista, scenografo e costumista Pier Luigi Pizzi in accordo col m. Roberto M. Pizzuto curatore dei movimenti scenici e del direttore delle luci Vincenzo Raponi ha consentito una grandiosa messinscena assai evocativa dell'atmosfera libertaria agli albori dell'età comunale. Lo svolgersi degli eventi drammaticamente violenti nelle azioni come nei sentimenti si è coeso attorno al carroccio campeggiante sulla scena. Le atmosfere fosche e tragiche, come vuole la genesi dell'opera nella lettura verdiana e nel libretto di Salvatore Cammarano, hanno trovato un appropriato linguaggio nel gioco delle luci. Gli iniziali quattro atti, nell'ideazione del m. Pizzi sono diventati due con passaggi segnati da sfumature registiche molto originali.
Una poderosa orchestra, la Filarmonica Arturo Toscanini, un ritorno per il Regio, diretta dal m. concertatore e direttore Boris Brott, ha interpretato con vigore l'originaria partitura di Verdi sfumando e/o accentuando il pathos, vero fulcro di quest'opera, dando il giusto rilievo a strumenti e voci.
Molto alto il gradimento del pubblico che ha applaudito con generosità vocalisti, orchestrali e l'intero staff organizzativo.
(Silvana Scaramucci)