Recensione di “State of mind”, il nuovo disco di Rio


di Ubaldo Tareschi

12 Giu 2020 - Dischi

Pubblichiamo la recensione del nuovo lavoro di RIO, al secolo Maurizio De Franchis, “State of mind”. 11 tracce disponibili dal 7 giugno.

“State of mind” è il nuovo lavoro di Rio, al secolo Maurizio De Franchis pubblicato il 7 giugno scorso per PMS Studio.

Il musicista ci porta in una dimensione sonora affine al soul blues che accompagnava Joe Cocker, ma la sua voce è più delicata.

Le undici canzoni, cantate in inglese, presentano arrangiamenti diversi ma coerenti nello stile e nel mood. Il piano elettrico caratterizza Lovin’ you is a bad affair, mentre una chitarra à la Spandau Ballet stoppa qua e là in Like an angel.

La titletrack State of mind introduce anche i fiati, e armonie di settima maggiore su ritmica funk. L’atmosfera è ancora più soffusa in She will come, con gli archi che evocano una sera malinconica, con assolo di sax, e dove la voce canta con pacata sofferenza.

Mary V riscalda i lenti bpm con suoni di Hammond, ma è una calma apparente, sotto alle parole: “The blue inside of me, like a hurricane”.

Don’t give her pain è aperta da una melodia inizialmente inseguita dalla chitarra, e il refrain ha già tutta l’aria di un brano storico, con lo spirito di Eric Clapton; potrebbe diventare un instant classic.

Your eyes riprende quel clima da lusso anni ’70, tra la chitarra funky, il piano rhodes e i fiati. Si movimenta la scena con Don’t stop the rythm, con la batteria dal charlie in levare, ed un inciso che a metà brano viene suonato all’unisono da chitarra e sax.

Invisible man è il pezzo sentimentale, con arpeggi dolci di chitarra e un andamento melodico da Phil Collins. Poco prima del finale però c’è una sorpresa, un temporaneo cambio di ritmo vivace, con flauto traverso che svasa.

Un intro di sassofono ci fa sconfinare in Wasted bossa, bossa nova cullante, con parti del testo in portoghese. Per scherzo il batterista accenna per pochi secondi a un samba, ma poi torna sui binari.

Terminiamo con la bonus track If you let me stay, che recupera quel groove da primi anni ’90, che Rio aveva già incontrato nei Sold Out, quel progetto che poi si sarebbe trasformato nei Planet Funk.

“State of mind” testimonia l’esperienza artistica variegata di Rio e torna sulla scena con eleganza.

Link Spotify per ascoltare l’album: https://open.spotify.com/album/3w7MYmQmEZ42i2b0uoavfK?si=M8k7G20dTiSWNd52r8ldaA

Credits State of Mind

  • Scritto e arrangiato da Rio
  • Produzione Artistica: Gino D’Ignazio
  • Produttore Esecutivo: Paki Palmieri per la Katana Sounds
  • Produttore Discografico: Paki Palmieri
  • Etichetta Discografica: PMS Studio
  • Publishing: Quelli come noi Srl

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