Il lago dei Cigni al Teatro delle Muse
Alberto Pellegrino
10 Mag 2012 - Commenti classica
ANCONA.La stagione lirica 2011/2012 del Teatro delle Muse si è chiusa in bellezza il 21 e 22 aprile con la rappresentazione di Il lago dei cigni di Piotr ll'jic Cajkovskij, interpretato dal Balletto Accademico di Stato di San Pietroburgo con una classica, ma intensa e suggestiva coreografia di Marius Petipa e Lev Ivanov. Questa giovane compagnia di ballo è stata fondata nel 1969 dal grande coreografo Leonid Jacobson e nel giro di pochi anni è diventata un sicuro punto di riferimento nella storia della danza classica russa, continuando a portare avanti quella linea equamente divisa fra tradizione e innovazione voluta dal suo fondatore. La compagnia, formata da 75 danzatori, ha nel suo repertorio, oltre al Lago dei cigni, altri classici come Giselle, Schiaccianoci, Romeo e Giulietta, ma promuove anche il Festival Alternative , dove si portano avanti linee interpretative più moderne e dove viene lasciato spazio a coreografi emergenti. La formazione, che ha vinto due prestigiosi premi come l'Hermitage e il Golden Soft, ha effettuato numerose tournèe in diversi Paesi, tra i quali Spagna, Italia, Israele, Grecia, Germania, Olanda, Stati Uniti, Giappone e Sud Africa.
Nella sua performance anconetana il balletto è stato accompagnato dall'Orchestra Filarmonica Marchigiana che, sotto la direzione del M Mikhail Gertz, ha fornito una prova degna di nota anche nei passaggi più impegnativi della partitura di Cajkovskij. L'intero corpo di ballo è stato all'altezza della sua fama per tutto il corso dello spettacolo, nel quale hanno assunto un particolare rilievo i primi ballerini Ivan Zajcev/Artem Pyhacov (il Principe), Sergej Fedarkov (il Giullare) e le due prime ballerine Svetlana Smirnova e Alla Bocarova, che hanno interpretato con grane intensità e raffinata leggerezza il personaggio di Odette/Odille.
Il Balletto di San Pietroburgo, grazie anche alla suggestione delle scenografie e alla variopinta eleganza dei costumi, ha saputo esprimere la fantasia, il romanticismo e il virtuosismo di quello che viene definito il balletto dei balletti , nel quale si narra una storia vissuta tra realtà e sogno da un giovane principe che conosci le pene d'amore, la purezza dei sentimenti e l'influsso perverso di un potere malefico. Secondo la caratteristica fondamentale della danza ottocentesca, fatta di stile aereo, agili punte e mixage di brani classici e ritmi popolari (si pensi alla Polonaise del primo atto, alla danza spagnola, napoletana, ungherese e alla mazurka del secondo atto), tutto il balletto ruota intorno alla prima ballerina chiamata ad essere un simbolo di dolcezza e di malvagità . Alla sontuosità delle due feste nella reggia fatte in onore del principe, si contrappone la magia notturna della foresta e del lago, dove avviene l'incontro del principe con Odette e dove s'aggira Rothbart, il principe nero, che tiene prigioniere le fanciulle tramutate in cigno. à ancora il principe nero ad offrire in sposa al principe la propria figlia Odille, che assomiglia perfettamente a Odette; si ritorna quindi sulle rive del lago, dove il principe nero viene ucciso e Odette è finalmente liberata dalla sua maledizione. Momenti forti dello spettacolo sono stati il Pas de deux del Cigno Bianco e l'A solo di Odette nel primo atto; il Pas de deux del Cigno nero con una serie di passi veloci e precisi che culminano nei 32 travolgenti fouettè di Odile nel secondo atto; infine il valzer dei cigni bianchi e neri e il Pas a deux di Odette con il Principe nel terzo atto.
(Alberto Pellegrino)