Rigoletto in diretta mondovisione


Alberto Pellegrino

7 Mag 2012 - Commenti classica

Londra 17 aprile 2012. I prodigi della tecnologia globalizzata hanno consentito il 17 aprile 2012 di presentare in mondovisione il Rigoletto di Giuseppe Verdi, in diretta dalla The Royal Opera House Coven Garden di Londra in un'acclamata e ormai consolidata messa in scena che risale al 2001, ma che ancora conserva tutta la sua forza espressiva ben sorretta da un cast di sicuro valore internazionale.
Il regista David McVicar ha costruito uno spettacolo cupo e barbarico che rende lo spirito violento e la sete di vendetta, il dramma dei sentimenti e i tradimenti amorosi dell'opera. Egli sceglie un'ambientazione crudamente efficace, messa in risalto dallo scenografo Michael Vale che riduce il Palazzo ducale di Mantova ad un'oscura parete metallica lontana dai fasti rinascimentali; poi, grazie alla scenografia ruotante che consente funzionali cambiamenti di scena (con qualche sinistro scricchiolio di troppo), è possibile passare dalle atmosfere crudeli e violente della corte alla rudimentale e cupa casa di Rigoletto e alla diruta casa-fortilizio di Sparafucile, con lamiere e recinti di rete metallica che ricordano una degradata periferia di metropoli desolatamente lontana dagli splendori di una corte rinascimentale, disumano e ideale ambiente dove si consuma il dramma finale dell'opera. La rievocazione del Rinascimento è invece affidata agli eleganti costumi di Tanya McCallin ispirati ai dipinti di Tiziano e Velà zquez.
L'intera vicenda è racchiusa tra due contenitori caratterizzati da una forte cifra sessuale, lasciando lo sviluppo delle emozioni e dei sentimenti alla parte centrale dell'opera. Il primo atto diventa così la rappresentazione di una società segnata da violente perversioni e moralmente corrotta, simboleggiata da una frenetica orgia caratterizzata dai seni nudi delle cortigiane, da una serie di incontri sessuali che culminano con l'irruzione sulla scena della figlia di Montirone che, dopo aver soddisfatto le voglie del Duca, viene ridotta a oggetto sessuale, denudata e sottoposta ad una ennesima violenza pubblica da parte di un nerboruto cortigiano. Una felice intuizione drammaturgica è il ritorno sulla scena della fanciulla che si aggira come un ectoplasma psicologicamente distrutto per i meandri della corte intorno al Duca, mentre lui canta Ella mi fu rapita , per implorare la pietà di uno sguardo e di una carezza. Si arriva quindi al finale quando alla forte cifra sensuale del duetto tra il Duca e Maddalena si contrappongono le giuste atmosfere drammatiche del sacrificio amoroso di Gilda e della disperazione paterna di Rigoletto.
Lo spettacolo si radicalizza nel confronto-scontro fra il potente e un emarginato dalla società . Il Duca viene elevato a simbolo di un maschilismo arrogante e spavaldo che nello stesso tempo denota una fragilità interna nel duetto con Gilda ed arriva ad esprimere un momento di genuina tenerezza quando canta Ella mi fu rapita , per poi ritornare a indossare la maschera del seduttore amorale e spavaldo quando canta La donna è mobile e nel duetto con Maddalena. L'antagonista del Duca è un Rigoletto viscerale e drammatico impegnato a lottare contro l'immoralità e la violenza di una società corrotta dove i sentimenti amorosi e filiali sono destinati a soccombere. Rigoletto gioca la sua difficile partita, entrando nei panni di un intrigante buffone di corte che si diverte ad affiancare il duca nel sottomettere e strumentalizzare i cortigiani. Quindi, con un affascinante sdoppiamento di personalità , diventa un padre amoroso che viene indotto a riscattare l'onore della figlia ridotta ad oggetto sessuale per il piacere effimero del Duca. La vendetta appare così l'unica soluzione, ma a rendere tragico il personaggio è la maledizione con la quale Montirone colpisce Rigoletto nei suoi sentimenti più cari, una maledizione che fa fallire il progetto vendicativo del buffone contro un potente, una maledizione che priva Rigoletto della gioia di essere padre, facendolo passare dall'esaltazione per la vendetta appena realizzata alla disperazione di una morte che lo condanna al dolore e alla solitudine.
La direzione dell'opera è stata affidata a John Eliot Gardiner, uno specialista del barocco che ha diretto per la prima volta Rigoletto e che ha puntato ad esprimere soprattutto la carica di energia e di passionalità che contiene la partitura verdiana, adottando tempi veloci e puntando all'essenziale con una direzione senza fronzoli e ricercatezze interpretative.
Il cast degli interpreti ha certamente contribuito al successo di questa edizione londinese a cominciare dal baritono greco Dimitri Platanias al suo debutto nel ruolo di Rigoletto, che egli affronta sottolineando i toni drammatici del personaggio senza infiorettature grottesche, cantando con potenza e con passione anche con il rischio di non trasmettere grandi emozioni. Con la sua voce solida e con il suo fisico possente, Platanias è un Rigoletto robusto e rabbioso, dalla vocalità che esprime una cruda energia, che fa leva su un fraseggio nitido e violento, che risulta quando deve esprimere rabbia, paura e sete di vendetta, ma meno convincente quando deve esprimere i tormenti interiori di un padre affettuoso, fatta forse eccezione per l'intensa emotività della scena finale. Al suo fianco il basso Matthew Rose incarna il personaggio di Sparafucile in modo freddo, con un retrogusto di repressa violenza sessuale e con un agghiacciante distacco amorale, sfruttando tutte le sfumature della voce scura . Il soprano russo Ekaterina Siurina, che ha debuttato giovanissima proprio nel ruolo di Gilda, ha messo al servizio del personaggio tutta la sua esperienza internazionale maturata nei teatri della Scala, dell'Opera di Parigi, del Metropoltan, della Deutsche Oper di Berlino. La sua è stata un'interpretazione carica della giusta emotività , che ha sfruttato le sue doti tecniche e il pieno controllo della voce per esprimere i contrastanti sentimenti di una figura femminile divisa tra l'affetto paterno e l'impossibile amore verso un potente egoista ed amorale.
Il vero trionfatore della serata è stato il giovane tenore Vittorio Grigolo che rinverdisce i fasti del classico canto all'italiana con l'agilità , la potenza di voce e il portamento, doti che gli consentono di entrare pienamente nel ruolo del Duca. Grigolo, dopo essere arrivato a 23 anni alla Scala, è diventato in poco tempo una star internazionale, grazie anche a un diverso modo di interpretare il ruolo tenorile facendo leva non solo sulla tecnica di canto, ma anche sulle doti fisiche e sulle qualità di attore che gli consentono di esprimersi sul palcoscenico con grande disinvoltura, agilità e credibilità . Grigolo, che aveva già interpretato il ruolo del Duca nel Rigoletto televisivo realizzato con la regia di Bellocchio (nel quale Placido Domingo ricopriva il ruolo inedito del buffone), è diventato il protagonista assoluto della stagione lirica 2010-2012 della Royal Opera Hause e la stampa internazionale ha elogiato il suo talento vocale e drammatico, basti pensare che il Guardian ha scritto che il suo è stato il più sensazionale debutto al quale il pubblico del Coven Garden abbia assistito da qualche tempo a questa parte. Grigolo possiede tutto quello che il ruolo richiede: una voce fluente, un bell'aspetto, un istintivo senso del teatro . La personalità di questo artista si adatta perfettamente al personaggio del Duca di Mantova, che egli interpreta con potenza e spettacolarità , usando tutto il suo bagaglio tecnico (mezza voce, coloriture dei toni, fermezza nelle note alte); inoltre, con le sue doti di attore egli sa passare dall'arrogante spavalderia del seduttore alla tenerezza del giovane innamorato nel duetto con Gilda, dalla genuina emozione espressa nell'aria Ella mi fu rapita a indossare di nuovo la maschera del giovane immorale e spavaldo che canta con impressionante facilità La donna è mobile e che cerca di affascinare una Maddalena, ben interpretata da una Christine Rice che sa essere una donna seducente e intrigante con movenze di una navigata sensualità .
(Alberto Pellegrino)


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