Bel “Rigoletto” a Fermo
Patrizia Isidori
13 Dic 2011 - Commenti classica
Fermo. Dopo il Nabucco di Verdi e l'Elisir d'amore di Donizetti, il Teatro dell'Aquila di Fermo ha concluso gli appuntamenti della stagione d'opera 2011 ancora con Verdi ed il suo Rigoletto nelle due rappresentazioni del 3 e 4 dicembre. L'allestimento è stato realizzato da una felice coproduzione tra Fondazione Pergolesi Spontini, Associazione Arena Sferisterio di Macerata, Teatri del Circuito Lirico Lombardo e Teatro dell'Aquila di Fermo. Applauditissimi gli interpreti principali: il giovanissimo baritono veronese Massimo Piazzola nel ruolo di Rigoletto, la soprano siberiana Irina Dubroskaya, che ha cantato Gilda e il tenore georgiano Shalva Mukeria che interpretava il Duca. L'Orchestra Filarmonica Marchigiana ha magistralmente eseguito le musiche con la direzione del M. Giampaolo Maria Bisanti, arricchite dal Coro Lirico Marchigiano “V.Bellini”. Particolarissima la regia del maceratese Massimo Gasparon, che ha anche curato scene, costumi e luci. L'opera verdiana in tre atti, libretto di Francesco Maria Piave e tratta dal dramma di Victor Hugo Le roi s'amuse, è stata rappresentata la prima volta nel 1851 alla Fenice di Venezia. Con il Trovatore e la Traviata fa parte della “trilogia popolare” di Verdi e rappresenta la triste storia del buffone di corte Rigoletto, dal francese rigoler che significa appunto ridere. Dramma passionale intenso e coinvolgente, Rigoletto mette in scena la passione, il tradimento, l'amore e la vendetta con tutte le dissolutezze dei nobili dell'epoca. Verdi è costretto a spostare l'ambientazione di Hugo dalla Francia di Francesco I con tutte le sue dissolutezze, nella città di Mantova, facendo diventare il sovrano francese il Duca di questa città italiana per evitare la censura austriaca, che aveva inizialmente bloccato l'opera come precedentemente il dramma di Hugo. Nella regia di Gasparon Rigoletto entra in scena vestito da Pulcinella, triste personaggio condannato a divertire Duca e cortigiani nelle consuete feste mascherate. Rigoletto impersona il prototipo del debole umile servo, ma non soggiace alla sua triste sorte e cerca la vendetta quando scopre che l'adorata figlia Gilda viene insultata dalle superficiali menzogne del Duca e decide di farlo uccidere. La tragedia invece sarà sua poichè per uno strano intervento del fato ad essere uccisa sarà proprio sua figlia. La donna è la più debole tra i deboli in tutte le epoche, divertimento dei potenti che la usano come oggetto con derisione e tradimento “La donna è mobil qual piuma al vento, muta d'accento e di pensier” canta allegramente e cinicamente il Duca, mentre Rigoletto infierisce contro i “cortigiani vil razza dannata”. Ad alleviare il pathos del melodramma le bellissime scene e i colori dei costumi con tutte le sfumature dei dipinti settecenteschi, dal giallo al rosso pompeiano all'ocra. Grandi applausi a scena aperta e alla fine del secondo atto ovazione finale.
Prossimo appuntamento di musica al Teatro dell'Aquila il Gran Concerto di Capodanno il 1 gennaio per il programma della Stagione Concertistica
Info:
Teatro dell'Aquila ore 17.30
Biglietti da 8 a 15 euro
Tel: 0734.284295
(Patrizia Isidori)