Ut pictura…musica , ossia: un quadro per un violino


Anna Indipendente

4 Mar 2010 - Commenti classica

Parafrasare il celebre motto oraziano, adattato per l'occasione, è già un modo di descrivere il singolare concerto che si è svolto domenica, lo scorso 21 febbraio a Piticchio (AN) alle ore 18,30 nel teatro più piccolo d'Italia, all'interno di Palazzo Carletti Giampieri: uno scambio avvenuto, nell'ambito del concerto stesso, tra il maestro Bruno D'Arcevia e il mastro liutaio Giuseppe Quagliani. Il precedente nella storia non è solo di tipo iconologico e iconografico – innumerevoli sono infatti i rapporti tra la pittura e la musica e numerosi i dipinti che raffigurano strumenti musicali in tutto il loro portato simbolico – perchè, nella fattispecie, anche nel XVI secolo Lorenzo Lotto donò un suo quadro ad un artigiano marchigiano in cambio di un violino. Musica e pittura, dunque, di nuovo insieme, stavolta per un fine benefico. Lo strumento è stato consegnato, infatti, ad una giovane e promettente violinista polacca di 18 anni, Hania Wranik, il cui vecchio violino non era più in grado di sostenerla nel suo percorso musicale che, con fatica ed impegno, sta affrontando per migliorare le sue doti artistiche. Di qui l'idea del maestro per eccellenza della Nuova Maniera Italiana: mettersi alla ricerca di un bravo liutaio e proporre un incontro-scambio tra musica e pittura. Le Marche, terra inesauribile di segreti che sono spesso veri e propri tesori nascosti, non potevano non avere un mastro liutaio di valore internazionale, il maestro Giuseppe Quagliani che, napoletano di origine, vive e opera nelle Marche, a Jesi. Bruno D'Arcevia ha visitato il suo laboratorio a Jesi e, ispirato dall'odore del legno lavorato in bottega, nonchè dalla maestria di Giuseppe di modellarlo con quella morbidezza che è tipica della tensione naturale delle fibre, ha lanciato l'idea: realizzare l'opera dal titolo: Mastro Giuseppe Quagliani, liutaio , un quadro che ritrae appunto il liutaio di Jesi tra i suoi violini, in cambio di un'altra opera d'arte, un violino di grande qualità per permettere alla giovane Hania di continuare i suoi studi in Polonia. Hania ha potuto così coronare il suo sogno e nel teatro più piccolo d'Italia, a Piticchio d'Arcevia, si è esibita con il suo nuovo strumento in alcuni brani di Bach, Mozart, Massenet, Debussy e Chopin, di cui proprio il giorno successivo a quello del concerto è stato celebrato il duecentesimo anniversario della nascita. Hania Wranik ha esordito con la Allemanda dalla Prima Partita in si min. BWV1002 per violino solo di J.S. Bach. Ad accompagnare la Wranik nella sublime Sonata n.10 in sib magg. K.V. 378 di W. A. Mozart era il clavicembalista M Andrea Zepponi che, con il suo strumento, un eloquente clavicembalo francese a due manuali di costruzione Tuzzi, ha esordito nel concerto con la celeberrima Passacaglia dalla Suite in sol minore di G.F. Haendel; chi è intervenuto ha avuto modo di apprezzare come il discorso musicale mozartiano possa avere una degna enunciazione anche con questo strumento, quando ben suonato e ben amalgamato con altri; il concerto comprendeva infatti anche un quartetto d'archi formato, oltre alla Wranik, dai maestri Claudio Mercanti (viola e violino), Roberta Balzani (secondo violino) e Jacopo Mariotti (violoncellista). Con questi Andrea Zepponi ha eseguito, in qualità di maestro al cembalo, la barocca Sonata per tre violini e basso continuo di G. PH. Telemann, indi il programma è proseguito, sempre arricchito dalla sapida presentazione dello stesso Bruno D'Arcevia, con il soavissimo Quartetto k. 156 in sol mag. di W. A. Mozart. Il carattere della pittura di D'Arcevia, improntata alla ricreazione e riproposizione dei moduli pittorici del 500 e 600, ha trovato una degna eco musicale proprio nell'utilizzo del clavicembalo, strumento antico, che il maestro Zepponi, coniugando l'antico col moderno, ha sapientemente proposto e utilizzato senza precludersi la possibilità di dimostrarsi versatile anche nella musica tardo ottocentesca: al pianoforte ha infatti accompagnato la Wranik in una efficace trascrizione della sognante Meditation dall'opera Thaà s di J. Massenet, poi in quella de La fille aux cheveux de lin di C. Debussy tratta dai Prèludes, nonchè, dopo la Celebre Czarda di C. Monti per violino solo, come bis celebrativo e doveroso una celeberrima melodia tratta dai Prèludes di Chopin con cui i due artisti hanno reso omaggio al grande musicista polacco nel bicentenario della nascita. All'evento ha preso parte anche l'attore Antonio Lovascio che ha recitato, tra un brano musicale e l'altro, alcune poesie del 900. La bella serata si è conclusa con un incontro conviviale nel palazzo nobiliare adiacente al teatro.
(Anna Indipendente)


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *