Dalla Finlandia al Rio de la Plata col Tango


Claudia Zavaglini

17 Ago 2009 - Commenti classica

SAN GINESIO (MC) L'ultima serata prevista per il Festival Tango y mas avvicina fin dal titolo Finlandia e Rio de la Plata: un accostamento inconsueto e che, di primo acchito, potrebbe suonare inconsulto. Eppure è proprio questo che l'ideatore del festival, Hèctor Ulises Passarella, si è fin dall'inizio proposto ed ha ribadito fin dalla conferenza stampa precedente il Festival: avvicinare e in qualche modo far dialogare l'Uruguay e l'Italia, mostrare come la cultura e la musica europee non siano poi così lontane da quelle fiorite al di là dell'oceano, far sentire come il tango, intriso di nostalgia, sia legato all'emigrazione dei nostri avi italiani nelle terre uruguaiane.
Il temporale fortissimo del pomeriggio del 14 agosto ha costretto l'organizzazione a trasferire in teatro l'ultima serata del Festival. Da una parte la decisione ha permesso che l'evento si svolgesse ugualmente, dall'altra però, il pubblico è stato, di necessità , diviso in due turni, essendo troppo numeroso per entrare tutto in una volta nel piccolo teatro sanginesino. Proprio a causa di questo imprevisto, la prima performance ha subito un forte taglio, così da non prolungare in maniera esagerata l'attesa del pubblico rimasto fuori, che ha dovuto attendere per le scale ed è potuto entrare solo attorno alle 23,30.
Non abbiamo voluto lasciare ignorato tutto questo per sottolineare come la lunga attesa non ha spinto i più a rinunciare allo spettacolo, segno di quanto fosse forte e radicata la volontà di assistervi.
Sul piccolo palco l'Orchestra da Camera del Festival entra appena, ma la volontà di non lasciarsi fermare porta tutti quanti ad adattarsi agli spazi ristretti. Denio Derni e Marisol Passarella presentano i membri dell'Orchestra: entrano i violini, le viole, i violoncelli, i contrabbassi, il pianoforte, gli oboi, i corni, il flauto, le percussioni, i timpani e poi il direttore, Roberto Passarella.
Il Vals Triste rapisce subito l'anima e la porta per lidi melanconici, chissà dove. Il giovane Passarella intanto è tutto in quella musica e fuori il resto è buio. Dopo altri brani sempre eseguiti dall'Orchestra entra Hèctor Ulises Passarella, col suo bandoneòn. L'avevamo sentito dire che il bandoneòn si distingue dalla fisarmonica perchè in più ha la nostalgia: ed allora mentre lui suona noi cerchiamo quella nostalgia, fino a sentirla davvero. Durante l'esecuzione di alcuni brani sono entrati in scena i due bravissimi danzatori Oscar Benavidez e Laura Francia, caparbi e senza lasciarsi scoraggiare sono riusciti a ballare nel pochissimo spazio a loro disposizione sul proscenio.
Oscar Benavidez e H.U. Passarella si sono poi esibiti in un duetto intenso di significati, in cui il secondo suonava il bandoneòn completamente trasportato dalla musica ed il primo da quella stessa musica si lasciava guidare nei passi e nei movimenti del corpo. Un altro duetto ha visto protagonisti la violinista Serena Cavalletti e H. U. Passarella. Non è mancata la poesia: nel corso della serata Marisol Passarella e Denio Derni hanno declamato, accompagnati dal bandoneòn, versi di Borges e alcuni frammenti del poema Blu Tango di Matteo Ricucci. Uno spettacolo fatto di musica, danza e poesia, un tentativo ben riuscito di coinvolgere le arti per mostrare come, in fondo, l'Uruguay non è poi lontano come sembra.
(Claudia Zavaglini)


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