Il Don Giovanni dell’Inganno a Macerata


di Valentina Magro

30 Lug 2009 - Commenti classica

DonGiovanni4_MusiculturaonlineMACERATA. È ancora una volta il mito letterario, melodrammatico e cinematografico a rivivere grazie allo Sferisterio Opera Festival 2009 che martedì 28 luglio ha portato in scena al Teatro Lauro Rossi di Macerata il capolavoro di Wolfgang Amadeus Mozart e Lorenzo Da Ponte, Don Giovanni. Il filo rosso che quest’anno lega tutti gli appuntamenti della manifestazione è l’Inganno e quale opera rappresenta al meglio questa sempre viva inclinazione dell’essere umano se non quella che ha come protagonista un instancabile seduttore senza scrupoli come Don Giovanni?
Sono molti gli aspetti, musicalmente parlando, che rendono questo dramma giocoso una vera e propria opera d’arte ma è sicuramente la leggerezza e l’ironia con cui Mozart ci presenta questi personaggi, in effetti tragici, a farne uno spettacolo sempre apprezzato e se vogliamo popolare.
La regia di Pier Luigi Pizzi, che da quattro anni ormai ha la direzione artistica dello Sferisterio Opera Festival, ne ha fatto una rappresentazione assai interessante e originale, esteticamente bella, anche se la parola potrebbe essere un po’ banale, e aperta a spunti di riflessione.
DonGiovanni_MusiculturaonlineUno dei primi aspetti che si evidenzia in questa regia è senza dubbio l’articolata costruzione e idea dello spazio scenico, uno spazio che diventa multiplo e dà allo spettatore la possibilità di vivere il punto di vista di ogni personaggio e che conferisce a sua volta molta dinamicità ai movimenti degli attori.
Con l’attacco dell’ouverture, in cui è già racchiuso il dramma ma anche la comicità di quest’opera, si apre allo sguardo degli spettatori una scatola scenica che per la sua plasticità crea subito nella mente l’idea di un quadro; la superficie si presenta come un piano nero, inclinato verso la platea con, ai lati, degli specchi leggermente deformanti e un fondo aperto, in alto, spostato a destra che all’occorrenza si bagnerà di luce e farà risaltare le sagome degli interpreti come a voler rappresentare un orizzonte. Pochissimi gli elementi scenici ma fondamentali come il letto quadrangolare sempre posizionato in obliquo che ricorrerà nelle varie scene; letto che, sempre sfatto, è l’emblema dell’indole di Don Giovanni, ma anche teatro delle inconsolabili tristezze di Donna Anna e Donna Elvira sedotte e allontanate da questa frenetica vitalità del conquistatore.
La scelta del piano inclinato fa sicuramente pensare alla precarietà inconsapevole del protagonista che, vivendo nell’inganno, è costretto, a causa di se stesso, a mantenere in equilibrio le relazioni, più o meno sincere, instaurate con le donne DonGiovanni2_Musiculturaonlinema anche con il suo amico e servitore Leporello. Don Giovanni è talmente accecato dalla sua continua pulsione all’amore dei corpi che nemmeno l’omicidio del Commendatore lo distoglie, anzi per sfuggire alla vendetta terrena, metterà in pericolo anche la vita di Leporello suo fidato. Ma se non è umanamente possibile redimere Don Giovanni allora interverrà la vendetta ultraterrena; il convitato di pietra si rianimerà per indurlo a pentirsi ed ecco allora il riscatto di Don Giovanni che si rifiuta di rinnegare se stesso per consegnarsi alla morte. A questo punto risalta ancora una volta la regia di Pizzi che ricrea molto efficacemente una sorta di quadro dantesco. Da sotto la superficie inclinata ecco venire alla luce delle anime dannate, nude, che si dimenano su loro stesse e pronte ad avvilupparsi intorno al corpo di Don Giovanni; lo tirano, lo stringono fra di loro fino a risucchiarlo definitivamente nel buio della dannazione eterna.
DonGiovanni3_MusiculturaonlineParlando ancora delle scelte registiche, impossibile non fare un salto indietro alla scena della festa in maschera; evidente la citazione cinematografica, il famoso Don Giovanni di Losey del ’76, delle tre figure nere con la maschera bianca che giungono al palazzo. Se però il film-opera è permeato da un’atmosfera lugubre, grigia, con questo paesaggio lagunare ricreato dal regista e avvolto nella nebbia, la rappresentazione di Pizzi sarà invece a tratti molto divertente grazie alle spiccate capacità attoriali oltre che canore di Ildebrando D’Arcangelo (Don Giovanni) e Andrea Concetti (Leporello) in un cast, in generale, molto ben assortito: Myrtò Papatanasiu (Donna Anna), Marlin Miller (Don Ottavio), Enrico Iori (Il Commendatore), Carmela Remigio (Donna Elvira), William Corrò (Masetto), Manuela Bisceglie (Zerlina).
Applausi abbondanti per il Direttore Riccardo Frizza, per il complesso di palcoscenico Banda Salvadei che anche quest’anno si riconferma protagonista per la musica insieme al Coro Lirico Marchigiano Vincenzo Bellini.