“La penna e l'angelo” fa rivivere il Cusanino


Alessandra Pasquali

11 Dic 2008 - Commenti classica

Filottrano (AN). Il concerto di domenica 22 novembre 2008 al Palazzo Comunale di Filottrano ha offerto l'occasione di riportare alla memoria dei filottranesi la figura di Giovanni Carestini (detto Cusanino) nato a Filottrano nel 1700, grandissimo cantante idolatrato in tutta Europa e morto nel 1760. Cantante preferito dal sommo musicista Haendel, il Cusanino era castrato e aveva un'estensione vocale impressionante stando alle partiture che Haendel stesso scrisse appositamente per lui; a riportare in vita la sua vocalità è il giovane sopranista 27enne Angelo Bonazzoli, diplomato in Canto presso il Conservatorio di Musica “G.Rossini” di Pesaro, il quale ha presentato un programma di arie d'opera del repertorio del Cusanino accompagnato al clavicembalo dal M Andrea Zepponi, anch'egli laureato presso il Conservatorio di Pesaro con la qualifica di Maestro al Cembalo. Il concerto, dal titolo La penna e l'angelo, è l'ultimo di una serie che è iniziata nel lontano 1994, all'apparire della prima pubblicazione su Carestini ad opera dello studioso Mario Filippi, una serie di concerti che avrebbero dovuto susseguirsi ogni anno ininterrottamente dal 2000, quando si è celebrato il trecentenario dalla nascita del grande filottranese. Il titolo del concerto La penna e l'angelo ha tutto il gusto barocco del genere musicale presentato: canto funambolico e teatrale dell'antica voce di sopranista (quella di Farinelli, per intenderci, ma si potrebbe anche dire di Carestini, perchè secondo alcuni studiosi sarebbe più grande cantante del primo) accompagnato da uno strumento d'epoca: il clavicembalo. Il richiamo alla dimensione alata del concerto ha un duplice senso: uno simbolico e uno concreto. Come la penna appartiene alle ali dell'angelo che fa librare un canto asessuato, così la penna è anche uno degli elementi che costituiscono il suono del clavicembalo: strumento a corde pizzicate da plettri che prendono appunto il nome di penne . Esso è lo strumento più rappresentativo della musica barocca con quel senso di argenteria e di doratura che emana dal suo suono leggero, ma brillante.
Nella storica sala consiliare del berniniano Palazzo Comunale il M Bonazzoli ha eseguito brani funambolici e impervi riproponendo con tecnica solida, precisa, una vocalità generosa e dirompente le melodie e i passaggi virtuosistici come fuochi d'artificio scritti da Haendel per Cusanino; arie d'opera come Agitato da fiere tempeste dall'opera Oreste di G. F. Haendel sono oggi di ascolto più unico che raro, così come le arie dalla splendida opera haendeliana Ariodante, scritta appositamente per il Cusanino nel 1735: Tu preparati a morire, di grande intensità drammatica, degnamente interpretata da Bonazzoli, Scherza infida in grembo al drudo, dove il sopranista ha fatto sfoggio del legato e del fraseggio con lunghissime arcate di fiato e infine l'aria Dopo notte atra e funesta con cui il giovane cantante ha davvero dimostrato di essere uno dei pochissimi artisti in circolazione che sono in grado di onorare degnamente tali difficili partiture. Oggi eseguito in genere solo da voci femminili di soprano e mezzosoprano, ma scritto in origine per le famose voci di castrato, il repertorio presentato da Bonazzoli nel programma gli ha permesso di esibire tutte le sue notevoli risorse vocali anche con alcuni brani rappresentativi del rivale di Carestini: il celeberrimo Farinelli. Le arie Ombra fedele dall'opera Idaspe di C. Broschi (fratello di Farinelli), Alto Giove dall'opera Polifemo di N. Porpora (maestro di Farinelli) e infine la tempestosa e stupefacente, per i suoi passaggi che imitano davvero una tempesta, Son qual nave che agitata dall'opera Artaserse di J. A. Hasse, hanno instaurato tra il repertorio di Farinelli e quello di Cusanino un degno confronto che, lungi dal far risultare vincente uno dei due, ha conferito un bel trionfo al M Bonazzoli capace di spaziare con disinvoltura da uno stile vocale all'altro.
Al clavicembalo il M Andrea Zepponi ha fatto ascoltare, tra un'aria e l'altra cantata dal sopranista, dei brani originali del 700 di vari autori tra cui D. Scarlatti, Fischer e lo stesso Haendel. La ricreazione di un'atmosfera musicale settecentesca è fondamentale per gustare questo genere di canto e l'occasione di farlo in una sala adatta come quella comunale di Filottrano è abbastanza rara; è raro inoltre ascoltare nella zona musica barocca o antica che in genere, anche nei luoghi che hanno una grande offerta musicale, molti credono sia unico appannaggio dei filologi stretti e degli ascoltatori più raffinati ed esigenti; ma questa è musica per tutti: nata per il teatro, era ascoltata e apprezzata da tutte le classi sociali che a quel tempo confluivano nei teatri a pagamento e tifavano per cantanti e compositori come oggi si tifa per i calciatori.
L'evento musicale, applauditissimo dal pubblico intervenuto, ha avuto per gentili sponsor la Banca di Credito Cooperativo di Filottrano, il Caffè Centrale Bonvecchi, l'Hotel Ristorante I Sette Colli e la locale Società Cooperativa Agricola Il Biroccio. Il concerto è stato registrato dall'eccellente tecnico del suono ed esperto di strumenti musicali antichi Leonardo Sebastianelli.
(Alessandra Pasquali)


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