Chiude alla grande il “CamerinoFestival”


Alberto Pellegrino

26 Ago 2007 - Commenti classica

L'edizione 2007 di Camerino Festival si è chiusa con due concerti di grande valore a conferma dell'alto profilo che, per merito del direttore artistico Francesco Rosati, ha caratterizzato l'intero cartellone della manifestazione, che ha presentato vari generi musicali dal balletto alla musica barocca, dal jazz alla musica contemporanea.
Il 13 agosto è andato in scena un affascinante spettacolo dedicato alla musica spagnola del Novecento e in particolare al suo più geniale rappresentante Manuel de Falla (1876-1946), un compositore che inizia da esperienze veriste con l'opera La vita breve (1905), dove già appare tuttavia il gusto per il colore locale e le musiche popolari andaluse. Trasferitosi a Parigi nel 1907, De Falla studia con Albèniz, Debussy, Ravel e Dukas, aderendo allo stile impressionista a partire dal suo primo capolavoro Notti nei giardini di Spagna (1909).
Al Camerino Festival è stato eseguito L'amore stregone (1915), il suo balletto più celebre che contiene la notissima Danza rituale del fuoco. In questa composizione, con le sue musiche inquietanti, insinuanti, sensuali e, a volte, esplosive, cariche di passione e di magia, si sente il profumo delle notti andaluse, si avverte il mistero seducente dei Caprichos del Goya, si assapora il fascino sensuale del Garcia Lorca di Poema del cante jondo ( Sopra l'uliveto/V'è un cielo sommerso/E una pioggia oscura/D'astri gelati:/Tremano giunco e penombra/Sulla riva del fiume:/S'increspa il vento grigio./Gli ulivi/Son carichi/Di gridi./Uno stormo/D'uccelli prigionieri,/Che muovono le lunghissime/Code nel buio. ) e di Romancero gitano ( Di sotto canta il fiume:/Falpalà di cielo e foglie:/Di fiori di zucca/Si corona/La nuova luce./Oh, pena dei gitani!/Pena pura e sempre sola: Oh, pena di alveo occulto/E alba remota. ).
Il balletto racconta la storia della bella gitana Candelas, un tempo amante di un gitano infedele e geloso, ora defunto. La giovane continua però a essere perseguitata dalla presenza ossessiva e misteriosa dello spettro del gitano, che le impedisce in tutti i modi di accettare la corte del giovane Carmelo. Ogni volta che i due s'incontrano lo spettro appare come sottolinea la Danza del terrore, in cui gli amori defunti danzano intorno a Candelas. Tre gitane, per sconfiggere il maleficio, disegnano tre cerchi magici intorno alla giovane e, dopo la mezzanotte, invocano il potere purificatore delle fiamme della Danza del fuoco. Ma i sortilegi non hanno effetto e bisogna ricorrere ad altro per sconfiggere lo spettro. Allora Candelas convince la sua amica Lucia ad accettare la corte dello spettro, così Candelas e Carmelo possono scambiarsi il primo bacio d'amore, sprigionando quella forza della vita che mette definitivamente in fuga lo spettro.
L'ensemble Nuovo Contrappunto ha magistralmente interpretato la composizione di De Falla sotto l'abile guida del M Mario Ancilotti che, dopo una lunga carriera come solista concertista, è passato alla direzione d'orchestra, specializzandosi nella musica del Novecento. L'esecuzione della canzoni è stata affidata a Charo Martin, una cantaora che, dopo gli studi di conservatorio, si è specializzata nella musica, nel canto e nella cultura flamenca. Interprete ricca di passione, dotata di grandi mezzi vocali e di una intensa forza recitativa, la Martin ha saputo rendere splendidamente la profondità di sentimento e l'intensità musicale dello spartito, rivelando non solo una bella vocalità , ma anche una eccezionale preparazione tecnica. La Martin ha completato la sua performance con le Sette canzoni popolari spagnole (1914), con le quali De Falla ha disegnato un quadro appassionato e poetico della Spagna popolare, vista attraverso il filtro della musica colta contemporanea.
Il Nuovo Contrappunto ha eseguito inoltre, con una grande forza espressiva e un intenso colorismo timbrico, L'apprendista stregone (1897) di Paul Dukas, lo scherzo sinfonico divenuto celebre in tutto il mondo come l'esempio più smagliante dell'impressionismo musicale. Dukas si è ispirato all'altrettanto celebre ballata di Johann Wolfang Goethe, dove si racconta la storia del vecchio stregone che abbandona momentaneamente il suo antro, dando modo al suo apprendista di sperimentare alcuni sortilegi: ordinare a dei secchi di riempire d'acqua una vasca, imporre a una scopa di camminare su due gambe e portare le brocche colme d'acqua. Ma quando la vasca è ricolma, il meccanismo non s'arresta più ed è come se cento fiumi inondassero l'antro del vecchio mago, di fronte all'apprendista impotente che afferra un'ascia e distrugge la scopa. Ma ecco i pezzi moltiplicarsi, così che un vero e proprio esercito di scope continua a trasportare acqua che inonda la casa, il giardino, il mondo intero fino a quando il ritorno del maestro scongiura il pericolo, richiamando all'ordine gli spiriti liberati dall'incauto apprendista. Dukas ha saputo magistralmente rappresentare tutto questo con la sua musica carica di effetti suggestivi e figurativi, non priva di ironia come veniva sottolineato nel brano inserito nel film Fantasia di Walt Disney con Topolino nelle vesti del maldestro apprendista stregone .
Il palcoscenico dell'ultima serata è stata occupato dalla prestigiosa presenza di Richard Galliano, fisarmonicista dotato di una tecnica prodigiosa, compositore e interprete fra i maggiori del secondo Novecento francese. Galliano sfrutta con intelligenza musicale le innumerevole capacità espressive del suo strumento miscelando gusto francese, improvvisazione jazzestica ed echi della tradizione mediterranea. Lascia qualche dubbio sulla sua originalità quando s'impegna nel jazz puro sulla scia di Charlie Parker e John Coltrane, mentre è gradissimo quando interpreta con fantasia ed emotività la sua musica fatta di intelligenti contaminazioni tra il genere musette , i valzer dei bistrot parigini e le reminiscenze dello swing. Si conferma, infine, legittimo erede del maestro del tango Astor Piazzolla, quando riesce ad alternare la polifonia di un'orchestra con aperture intimistiche di grande suggestione.
Al suo fianco un eccellente musicista come Michel Portal, capace di passare con disinvolta eleganza dal jazz alla musica da camera, dalle sonorità mediterranee alle raffinate atmosfere della musica parigina. Partner ideale per Galliano, egli alterna il suo classico clarinetto, con la famiglia dei sassofoni quasi al completo, per poi trarre dal bandonèon quel complesso di magici suoni cari al grande Piazzolla. Immaginazione, fantasia, improvvisazione sono le cifre di un repertorio che non dimentica certamente i canoni della grande tradizione, come ha dimostrato in un fantastico a solo eseguito nella parte centrale del concerto camerinese.
(Alberto Pellegrino)


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