OperaAperta 2006
Alberto Pellegrino
21 Giu 2007 - Commenti classica
La Stagione lirica 2006 OperaAperta, organizzata dall'Accademia della Libellula sotto la direzione artistica del M Cinzia Pennesi, ha visto coinvolti tre Teatri storici della Provincia di Macerata (il Vaccai di Tolentino, il Verdi di Pollenza e il Velluti di Corridonia) con la rappresentazione di tre opere da camera. La stagione si è conclusa il 18-19-25 novembre con I due timidi di Nino Rota (1911-1979), opera radiofonica composta e rappresentata per la prima volta a Londra nel 1953. Si tratta di una commedia lirica raffinata e psicologicamente intrigante, giocata tra sentimento e ironia grazie anche al bel libretto scritto da Suso Cecchi D'Amico, nonchè alle musiche di Rota che con disinvolto eclettismo cita ampiamente Puccini nei passaggi sentimentali, ricorda assonanze jazzistiche e ricordi di Gershwin, quando racconta attraverso i recitativi e ironizza sui sentimenti vissuti all'insegna di una grottesca incomunicabilità .
Bene ha fatto la regia di Gabriela Eleonori a sottolineare questa presenza del grottesco ambientando lo spettacolo in uno studio radiofonico del Centro di produzione di Torino con l'orchestra, il direttore, i cantanti e il rumorista in scena, che indossano i costumi degli anni Cinquanta. Gli interpreti, quando non sono impegnati, mangiano e bevono, lavorano a maglia, leggono libri e riviste o schiacciano un pisolino, approfittando della non visibilità dello trasmissione radiofonica.
La storia ha come protagonista Raimondo che, essendo da tempo innamorato della giovane pianista Mariuccia, affitta una camera presso la pensione Guidotti sotto l'appartamento dove alloggia la ragazza nella speranza di poterle finalmente parlare. Il giovane si sporge dalla finestra e, guardando in alto, incontra lo sguardo della ragazza, ma in quel momento la tapparella si rompe e colpisce violentemente al capo l'innamorato che sviene. Mariuccia, che non è indifferente alle attenzioni di Raimondo, viene a sua volta colta da un malore, per cui la madre chiede l'intervento del dottor Sinisgalli, inquilino dei primo piano. Nella stanza buia la ragazza crede che il medico sia Raimondo e gli confessa di amarlo, ma quando si accorge dell'errore non riesce per la sua timidezza a spiegare l'equivoco. A sua volta Raimondo scambia la signora Guidotti per Mariuccia e dichiara il suo amore, ma anche lui per timidezza non riesce a correggere il suo errore. I due giovani si trovano pertanto legati a due persone per le quali non provano alcun sentimento. Mariuccia sposa il medico e Raimondo la padrona della pensione ed ambedue vivranno infelici e contenti, vittime dell'incomunicabilità e della vita che col passare del tempo finisce per cancellare i sentimenti, tanto che dopo due anni, quando Raimondo sente le note del pianoforte di Mariuccia, chiede alla ragazza di chiudere la finestra per non sentire le fastidiose note del suo strumento.
(Alberto Pellegrino)