Il bandoneon di Passarella
Mauro Navarri
16 Ago 2004 - Commenti classica
San Ginesio (MC) 14.08.04 – Chi non ricorda l'incantevole tema della colonna sonora del film Il Postino , opera postuma del compianto Massimo Troisi? Quella melodia nostalgica che scorre quasi con passo di danza fra il clarinetto, il pianoforte e il bandoneon, uno strumento a metà strada tra la fisarmonica e l'organetto popolare. Ebbene, forse pochi che uno degli interpreti musicali, colui che suona il bandoneon (è utile ricordare la vincita del premio Oscar quale migliora colonna sonora nel 1995) è Hèctor Ulises Passarella, uruguayano di nascita ma italiano d'adozione, risiedendo ormai da una ventina d'anni nella città di Macerata (che è anche la città dello scrivente). Compositore e arrangiatore, il musicista è considerato uno dei più grandi virtuosi del bandoneon. E per gli amanti di questo genere di musica e del tango in genere, la danza cioè in cui il bandoneon si esprime ai massimi vertici, la serata del 14 agosto sarà difficile da dimenticare: nella pittoresca S. Ginesio (MC), sulle prime propaggini dell'appennino marchigiano, il maestro Passarella si è esibito col proprio quintetto e la Corale ginesina G. Bonagiunta , diretta dal maestro Mario Baldassarri, in un concerto che ha presentato musiche popolari rioplatensi, riarrangiate per l'occasione, accanto a musiche composte dal maestro uruguayano. Così, oltre a brani di Piazzolla, Troilo, Gardel e Matos Rodrìguez (quest'ultimo autore della celebre Cumparsita), sono state eseguite anche musiche di Passarella inserite nel suo ultimo cd, Mà s allà del tango , un disco in cui si cerca di amalgamare la tipica tradizione tanghera con le innovazioni provenienti dalla musica colta del novecento europeo: così i brani acquistano una straordinaria dimensione espressiva, assai vicina alla sensibilità attuale. La sala (l'auditorium di S. Agostino) era gremitissima, e tale è stato l'afflusso di spettatori e appassionati, che molti sono stati costretti a seguire il concerto dalla piazzetta antistante, grazie all'eccezionale acustica della sala.
Dopo il concerto ufficiale il maestro è stato ripetutamente richiamato dagli applausi, calorosissimi e sinceri, che si sono conclusi con una standing ovation da parte di tutti gli astanti. Inevitabile la richiesta di bis finale, che hanno previsto, oltre alla ripresentazione di alcuni brani del concerto, anche di due appassionate e vivissime interpretazioni del celeberrimo Libertango di Piazzolla e del tema de Il Postino , richiesto a gran voce dal pubblico. Incredibile l'affiatamento esibito dal maestro col suo quintetto (indicherò qui di seguito solo i nomi dell'ensemble, perchè gli aggettivi sarebbero solo pleonastici, sempre insufficienti a tradurre bastevolmente il livello di gradimento e eccitazione mostrato dal pubblico): Riccardo Bondi alla chitarra (e autore di uno dei brani eseguiti in concerto, Despuès del Puente de Florida), Antonello Maio al pianoforte, Marco Serino al violino e Mirko Merloni.
Il coro è riuscito ad amplificare le emozioni trasmesse dal bandoneon, assecondando perfettamente le intenzioni del solista.
Per il maestro Passarella il tango è una delle forme più vitali della musica popolare poichè nasce in un amalgama multietnico in continua evoluzione, attraverso il quale esprime la propria identità . Un'identità che il maestro uruguayano ha reso contemporanea reinventando, sulla linea di Astor Piazzolla, J. Lamargue Pons e Luis Bacalov, il linguaggio del tango e rendendolo un campo di sperimentazione di nuove frontiere musicali. Poi Passarella tende a precisare che la musica da lui eseguita è meglio definita col termine di rioplatense, un'accezione che indica l'identità culturale di due stati, l'Uruguay e l'Argentina, divisi appunto dal Rio de la Plata.
Ora qualche nota biografica, tanto per capire con chi si ha a che fare : nato a Florida, Uruguay, nel 1955, figlio di un compositore e bandoneonista, Passarella è stato cullato col tango fin da bambino. Vincitore di tutti i quattro concorsi ai quali ha partecipato, con il concorso O. Respighi vince una borsa di studio in Italia nel 1979. Si trasferisce quindi nella penisola l'anno successivo, pioniere nella popolarizzazione del bandoneon, strumento atipico per la tradizione italiana. Dopo aver suonato nei teatri e nelle sale più prestigiose del Sud America, è frequentemente in Europa, dove tiene concerti come solista presso importanti associazione ed orchestre (fra l'altro, il Petruzzelli di Bari, il Regio di Parma, l'Accademia di S. Cecilia, London Chamber Orchestra). Collabora assidua anche con Bacalov, eseguendone spesso i brani da solista (oltre al già citato Postino e altre colonne sonore, è da ricordare la registrazione della Misa Tango per la Deutsche Grammophon con l'Orchestra di S. Cecilia diretta da Myung-Whun Chung, assieme a Placido Domingo, che ottenne una nomination al Grammy 2001).
(Mauro Navarri)