Conosciamo l'autore. Omaggio a Paisiello


Alberto Pellegrino

1 Ago 2003 - Commenti classica

La Corte di Palazzo Piersanti a Matelica (MC) fonisce come sempre la giusta cornice alla tredicesima edizione di Conosciamo l'autore, l'intelligente rassegna promossa e organizzata dal maestro Cinzia Pennesi che anche quest'anno si è svolta, nell'ambito del Festival Terra di Teatri promosso dalla Provincia di Macerata. Questo festival così particolare propone annualmente una serie d'incontri musicali che, grazie alla competenza della direzione artistica, vedono sfilare nelle tre serate giovani musicisti e cantanti di sicuro avvenire e artisti già affermati in campo nazionale o internazionale. Ma l'aspetto più interessante della manifestazione è costituito dall'intenzione di presentare l'opera di un autore poco noto o dimenticato, oppure opere dimenticate o sconosciute di un compositore notissimo, come è stato quest'anno il caso di Giovanni Paisiello (1740-1816), il grande musicista napoletano autore di numerose opere buffe, di melodrammi e di brani strumentali, il quale dal 1775 al 1784 è vissuto a San Pietroburgo, chiamato dall'imperatrice Caterina II di Russia a ricoprire prima l'incarico di maestro di corte, poi di supervisore dell'opera italiana presso il Teatro di Corte.
Prima di uscire quasi completamente dai repertori stagionali, le opere di Paisiello hanno goduto di grande fama ed hanno riscosso un notevole successo di pubblico anche nelle Marche dove negli ultimi anni del Settecento furono eseguite le seguenti sue opere: Il credulo deluso (Fermo 1777, San Severino 1781), Le due contesse (San Severino 1778, Camerino 1779, Pollenza 1782, Urbino 1787), La fraschetana (Macerata 1779, Fano 1779-1781, Senigallia 1780), Don Anchise campanone (Fermo 1779), L'idolo cinese (Fermo 1779), Il Socrate immaginario (Recanati 1782), L'amore contrastato (Senigallia 1789, Fermo 1792), Il barbiere di Siviglia (Senigallia 1788), La locanda ovvero Il fanatico in berlina (Jesi 1792, Fano 1796), L'amore ingegnoso (Urbino 1794, Fermo 1796), La molinara (Fermo 1792, Senigallia 1798, Fano 1802), Nina pazza per amore (Senigallia 1799, Jesi 1815).
Durante il periodo russo Paisiello ha composto, su commissione dell'imperatrice, numerose opere e fra queste un'opera quasi inedita in Italia (venne rappresentata solo al Teatro Valle di Roma nel 1785). Si tratta de L'amore ingegnoso, che sarà allestita e rappresentata in prima assoluta per i tempi moderni presso il Teatro Piermarini di Matelica il 19 settembre 2003. Il manoscritto, proveniente dagli archivi di San Pietroburgo, è stato ricostruito e revisionato da Domenico Carboni, direttore della Biblioteca di Santa Cecilia, al quale sarà affidata anche la regia dell'opera, che sarà eseguita dall'orchestra Accademia della Libellula diretta dal maestro Cinzia Pennesi.
In attesa di questo evento, che richiamerà certamente l'interesse dei musicologi e degli appassionati dell'opera italiana del Settecento, la rassegna si è aperta il 5 luglio con un incontro molto particolare condotto dallo scrittore Riccardo Pazzaglia, che in Opera buffa con impiccati ha narrato con la solita verve una particolare avventura di Paisiello. Quando nel 1790 s'instaura a Napoli la Repubblica Partenopea d'ispirazione giacobina, il compositore non se la sente di lasciare la città al seguito del re. Per di più si lascia tiepidamente coinvolgere dal clima rivoluzionario anche se non prende parte attiva al governo della repubblica a differenza di Cimarosa che compone addirittura un Inno patriottico, per cui al ritorno dei Borboni viene per qualche tempo rinchiuso in carcere. Paisiello sfugge alla restaurazione ed evita di essere impiccato nella Piazza del Mercato come accade ai giacobini napoletani maggiormente compromesso con la Repubblica. In quel periodo il compositore ha trovato un potente protettore in Napoleone Bonaparte, per cui si trasferisce a Parigi e lavora per qualche tempo al suo servizio. Riccardo Pazzagli è intervenuto con sue divertenti divagazioni sul tema come Il cognome della Pasta (giocato sul doppio significato del piatto napoletano per eccellenza e la grande cantante lirica), oppure un ipotetico Inno delle Due Sicilie inventato dallo scrittore napoletano. Il tutto inserito nel concerto di apertura che prevedeva la presentazione di arie di Paisiello tratte dalle opere La Fraschetana, Nina Pazza per amore, Il barbiere di Siviglia, l'aria di Uberto appartenente sia alla Serva padrona di Paisiello che all'omonima operina di Pergolesi. Tutti i brani musicali sono stati eseguiti con la consueta eleganza dall'orchestra dell'Accademia della Libellula diretta da Cinzia Pennesi e sono stati interpretati dal mezzosoprano Elisabetta Lombardi, dal tenore Baltazar Zuniga e dal baritono Thomas Busch.
Nella seconda serata si è svolto un concerto lirico strutturato in modo molto efficace, in quanto ha permesso di fare la conoscenza con diversi brani tratti da celebri opere di Paisiello(La bella molinara, Le due contesse, Il barbiere di Siviglia e Nina pazza per amore), ma che ormai è possibile ascoltare in edizioni discografiche. All'altezza del compito sono stati sia due giovani interpreti come il soprano Anna Rosa Agostino e il tenore Daniele Zanfardino, sia un artista affermato sul piano internazionale come il baritono Roberto De Candia. A completamento della serata la pianista Cesarina Compagnoni, che ha accompagnato i cantanti, ha presentato sedici variazioni su temi di Paisiello, composte dal grande Ludvig W. Beethoven.
La terza serata è servita ad approfondire la conoscenza del maestro napoletano, in quanto sono state proposte delle composizioni da camera poco note e raramente eseguite da un quartetto formato dal bravissimo flautista Luciano Tristaino, da un violinista di valore come Francesco Cerrato, dal violista Carmelo Giallombardo e dal violoncellista Silvio Risaliti. Questa formazione ha interpretato con grande maestria sei Divertimenti pieni di brio ed eleganza compositiva, fra cui va segnalato per il suo particolare rilievo musicale il quinto Divertimento, composto da un Andante dalla raffinata tessitura melodica e da un estroso e scoppiettante Rondò . Anche in questa occasione la direzione artistica, con una vera e propria operazione di archeologia musicale, ha consentito l'ascolto della Prima, Terza e Sesta Sonata per clavicembalo, eseguite con perizia dal maestro Sauro Argalia.

(Alberto Pellegrino)


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