Pogorelich nel segno di Berio
Chiara Catalano
31 Mag 2003 - Commenti classica
La stagione di musica da camera dell'Accademia di S. Cecilia richiama sempre un folto pubblico che ieri è accorso per ascoltare il recital pianistico di Ivo Pogorelich.
Pianista serbo, ma di scuola russa, Pogorelich si è fatto conoscere in Italia e nel mondo, vincendo, nel 1978, la famosa competizione Casagrande di Terni.
Il maestro ha tenuto a sottolineare le molteplici coincidenze che lo hanno portato qui a Roma in questi giorni: il suo arrivo martedì, giorno in cui è sfortunatamente venuto a mancare il Maestro Berio, e il suo recital venerdì, giorno dei funerali a Radicandoli.
Pogorelich, veramente costernato, ha voluto rimarcare, tramite un portavoce, la bellezza del nuovo Auditorium che è senz'altro frutto dell'energia vulcanica che il Maestro Berio aveva profuso in esso.
Così il concerto si è aperto con il 3 movimento della 2 sonata di Chopin, Marcia funebre , in omaggio a questo grande musicista del nostro secolo.
Quanto al concerto vero e proprio, il programma di ieri sera era veramente interessante: nel primo tempo due sonate di Beethoven, la delicata op. 78 e la sonata in do minore, op 111 che rappresenta il testamento spirituale beethoveniano nel genere sonatistico.
E ancora nel secondo tempo, la bella sonata op 19 di Skrjabin che Pogorelich ha suonato con molta intensità come del resto gli evocativi Deux Poemes op 32. Il concerto si è chiuso con 3 studi trascendentali di Liszt, tra i suoi più conosciuti: Fuochi fatui , Caccia Selvaggia e Appassionata .
Pogorelich è sempre stato un pianista molto contrastato, già a partire dagli avvenimenti che resero singolare la sua partecipazione al Premio Chopin , mai completamente amato dalla critica: effettivamente, il suo panismo molto affascinante è a volte difficile da comprendere a causa di alcune scelte molto personali e dell'eccessiva sua presenza scenica che a volte stona con la musica.
Tuttavia, pianisti che vengono da una tradizione così diversa dalla nostra (ricordiamoci altri grandi nomi come Sokolov o agli eccelsi Maestri del passato quali Gilels e ancora di più Richter) non si sentono spesso per cui questa è una esperienza da compiere senza pensarci due volte.
(Chiara Catalano)